Giornata europea contro la tratta di esseri umani: 12 milioni le vittime nel mondo
Si celebra oggi la Giornata europea contro la tratta di esseri umani, reato tra i
più gravi a livello mondiale, violando i diritti delle persone, costrette ai lavori
forzati, in massima parte sfruttate a scopi sessuali. Un’industria illegale che frutta
miliardi di dollari. Di questi temi, hanno discusso in questi giorni a Londra parlamentari
europei ed esperti. Tra le associazione chiamate a partecipare l’Ecpat, in prima linea
nella lotta al traffico, alla pornografia e alla prostituzione infantile. Il servizio
di Roberta Gisotti:
Si stima siano
nel mondo 12 milioni le persone "trafficate", per l’80% sfruttate a scopi sessuali,
in massima parte donne, 2 su 10 minorenni, in balia di organizzazioni criminose. Il
fenomeno è diffuso in tutti i Paesi del mondo, che esportano e importano moderni schiavi.
L’Europa non fa eccezione. Quasi tutti i Paesi sono mete della tratta, che giunge
dall’Asia orientale, dal Sud America, dall’Africa occidentale, in particolare dalla
Nigeria, ma soprattutto dal centro, sud ed est europeo. Fabio Bellumore, portavoce
dell’Ecpat-Italia:
R. – In Europa, si dice che il 79% delle vittime siano femmine,
di cui il 12% minorenni, mentre il 21% sono uomini di cui il 3% minorenni. La tratta
di persone, di esseri umani e in particolare di bambini è un triste mercato: si calcola
che in Italia, sull’intera fascia di donne prostituite, tra il 7 e il 10 % siano minorenni.
D.
– L’Unione Europea nel giugno scorso ha varato un piano per contrastare questa vergognosa
attività. Quali sono i punti principali?
R. – I punti sono: una migliore identificazione
e protezione delle vittime, un perseguimento crescente dei trafficanti, lo sviluppo
di sistemi di protezione dell’infanzia, la creazione di unità nazionali preposte all’applicazione
della legge sul traffico di esseri minori e la creazione di squadre investigative
comuni. Ecpat-Italia sostiene da tempo che il traffico di persone e il traffico di
minori è un racket di cui bisogna seguire i soldi. Se si mettesse insieme una
cooperazione, cioè un’azione congiunta dei vari Stati, un’azione giudiziaria congiunta,
si potrebbe veramente lavorare meglio. Questo è quello che noi abbiamo detto anche
a Londra nel Parlamento inglese, dove il presidente di Ecpat Italia era presente,
l’altro ieri e ieri.
D. – Quindi, trattare questo fenomeno come una vera e
propria attività di criminalità organizzata?
R. – Sì, esatto: bisogna trattarlo
in questa maniera.