Pakistan: la sentenza sul caso Rimsha rinviata di un mese
Due casi di ragazzi cristiani accusati di blasfemia continuano a tenere con il fiato
sospeso la comunità cristiana in Pakistan. Sono Rimsha Masih, 12enne accusata falsamente
da un imam di Rawalpindi, arrestata e liberata su cauzione; e Ryan Brian Patras, 14enne
di Karachi, accusato di aver diffuso un Sms blasfemo. Il ragazzo, ufficialmente denunciato,
ora si trova in un luogo nascosto con la sua famiglia. Ieri, riferiscono fonti dell'agenzia
Fides, l’Alta Corte di Islamabad, in una udienza lampo, ha rinviato al 14 novembre
il suo pronunciamento sul caso di Rimsha. La Corte deve decidere sull’annullamento
della denuncia (First Information Report) registrata a carico della ragazza. L’annullamento,
richiesto dalla difesa, porterebbe alla piena assoluzione per Rimsha. La richiesta
si basa sulle dichiarazioni rese da tre testimoni musulmani che accusano l’imam Khalid
Jadoon Chisti, indicandolo come l’uomo che ha fabbricato le prove contro Rimsha. La
difesa dell’imam Chisti – notano fonti di Fides – sta cercando di smontare le accuse,
facendo ritrattare i tre testimoni, e ha adottato una strategia per dilazionare al
massimo i tempi del processo. Nel caso di Ryan Brian Patras, la sua famiglia, dopo
aver avuto la casa devastata e bruciata da radicali islamici ed essersi trasferita
in un luogo sicuro, ha chiesto l’assistenza legale dell’avvocato e Pastore Mustaq
Gill. La famiglia Patras è una famiglia cristiana borghese che viveva nel quartiere
residenziale Gulshan-i-Iqbal a Karachi, unica famiglia cristiana in un’area musulmana.
Secondo fonti di Fides nella famiglia Patras, il cellulare di Ryan sarebbe stato utilizzato
da alcuni suoi amici musulmani che hanno inviato l’Sms blasfemo per colpirlo. Ryan,
in un primo momento, aveva detto di non essersi accorto di aver inviato tale Sms o
di averlo fatto senza leggerlo con attenzione. Ma, ricostruendo meglio la vicenda,
il ragazzo ha ricordato che alcuni amici gli avevano chiesto il telefono in prestito
per alcuni minuti. In tal caso Ryan sarebbe del tutto estraneo ai fatti e vittima
di una macchinazione. L’avvocato Gill, interpellato da Fides, nota “un trend molto
pericoloso, in cui i cristiani sono presi di mira, attraverso la legge sulla blasfemia,
a causa della loro fede”. (R.P.)