Grecia: la questione dei licenziamenti degli statali blocca i negoziati con la Troika
L’Europa continua ad essere l’epicentro della crisi; a confermarlo l’ulteriore taglio
del rating da parte di Moody’s e le previsioni negative sulla Spagna, proprio mentre
arrivava il sì tedesco agli aiuti per Madrid. Decisione che ha avuto conseguenze positive
sui mercati, con Borse in salita e spread giù. E intanto si attendono le decisioni
del Consiglio direttivo della Bce, che si riunirà oggi, anche in merito ai rischi
sempre più concreti di uscita della Grecia dall’area Euro. Il servizio è di Salvatore
Sabatino:
Un anello
debole che rischia di spezzare la catena. E’ la Grecia, che ieri ha vissuto momenti
di tensione, a causa dell’improvvisa interruzione dei negoziati fra i rappresentanti
della troika Ue-Fmi-Bce e il ministro del Lavoro Vroutsis. A provocarla la questione
dei licenziamenti dei dipendenti statali; i negoziatori, infatti, insistono sul fatto
che Atene, nel tentativo di far quadrare i conti, debba licenziarne 150.000 entro
fine 2015, con un’indennità ridotta del 50% e con un preavviso di soli 3 mesi. Misure,
queste, che vedono nettamente contrari molti deputati sia del partito socialista Pasok
sia di Sinistra Democratica. E allora è meglio fermare tutto, con il rischio che quel
tutto faccia franare le ultime speranze del premier Samaras, che già il mese scorso
aveva lanciato un allarme sulle casse dello stato, che entro novembre sarebbero rimaste
vuote se non fossero arrivati altri fondi internazionali. Ed ora come andrà a finire?
In molti presagiscono un’uscita dall’area Euro più rapida del previsto, con conseguenze
che potrebbero essere drammatiche per tutta l’Ue.