Delegazione di Padri sinodali in Siria: interviste con i cardinali Monsengwo e Tauran
Il Papa ha deciso di inviare nei prossimi giorni a Damasco una Delegazione del Sinodo
per esprimere “fraterna solidarietà” a tutta la popolazione siriana: lo ha annunciato
il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, affermando che non si può restare
indifferenti di fronte ad una tragedia simile, nell’auspicio che nel Paese possano
prevalere “la ragione e la compassione". La Delegazione – ha detto il porporato –
porterà anche la vicinanza spirituale “ai nostri fratelli e sorelle cristiani” e “i
nostri incoraggiamenti a quanti sono impegnati nella ricerca di un accordo rispettoso
dei diritti e dei doveri di tutti, con una particolare attenzione a quanto previsto
dal diritto umanitario”. Tra i Padri sinodali che si recheranno in Siria, c’è anche
il cardinale Laurent Mosengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa. Paolo Ondarza
lo ha intervistato:
R. – Andiamo
lì per portare alla popolazione che soffre il conforto del Santo Padre e del Sinodo,
per testimoniare loro la nostra vicinanza e la nostra prossimità nella situazione
che stanno vivendo. Portiamo un aiuto, una somma di denaro che i Padri sinodali raccoglieranno
e affideranno alla delegazione.
D. – Quanto si vive in Siria è risuonato anche
qui nell’aula del Sinodo, negli interventi delle varie persone che provengono da quella
realtà...
R. – Sì, qui ci sono vescovi e patriarchi che vengono dalla Siria.
Ma bisogna dire che anche altri hanno parlato di questa tragedia e hanno chiesto di
fare questo gesto per la Siria per portare il conforto del Papa e della Chiesa.
D.
– La soluzione però – si ribadisce – non può che essere politica...
R. – Noi
non portiamo una soluzione politica, la lasciamo a chi se ne deve occupare. Noi andiamo
lì per un’opera di carità e per un’opera spirituale di conforto.
Della Delegazione
fa parte anche il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso. Ascoltiamolo al microfono di Hélène Destombes:
“Vogliamo
esprimere la solidarietà umana alle persone, alle famiglie che soffrono tanto. Pensiamo
per esempio agli emarginati, alle persone anziane, agli ammalati… L’altro giorno un
vescovo presente qui al Sinodo raccontava di aver ricevuto un appello di un suo parroco
che non sapeva cosa fare per un ospizio bombardato. Quindi vogliamo esprimere una
solidarietà materiale anche perché ci sarà un contributo finanziario da parte dei
padri e poi la solidarietà spirituale con i nostri fratelli cristiani che hanno bisogno
di sentire, come in una famiglia, l’affetto, la preghiera l’accompagnamento di tutta
la famiglia. Infine, incoraggiare chi sta collaborando alla ricerca di una soluzione
che non può essere che politica.