"Avere fede nel Signore
non è un fatto che interessa solamente la nostra intelligenza, l’area del sapere intellettuale,
ma è un cambiamento che coinvolge la vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore, intelligenza,
volontà, corporeità, emozioni, relazioni umane". Benedetto XVI inizia un ciclo di
catechesi per l'Anno della Fede per comprendere che "essa non è qualcosa di
estraneo, di staccato dalla vita concreta, ma ne è l’anima". Il gesuita P. Giovanni
Cucci, docente di Filosofia e Psicologia alla Pontificia Università Gregoriana (che
ospiterà da oggi fino alla prossima primavera una serie di lezioni pubbliche sulle
sfide della fede e alla fede), commenta le parole del Papa all'Udienza del mercoledì
approfondendo le ragioni del perché fidarsi e sottolineando la dimensione affettiva
implicata dalla fede. "Sono le esperienze fondamentali di benevolenza e di gratitudine
ricevute nella vita - spiega Cucci anche citando Ignazio di Loyola - a farci fare
lo scatto della fede". (di Antonella Palermo)