2012-10-16 12:02:20

Vento di secessione in Europa: i casi di Scozia, Fiandre, Catalogna e Baviera


Il primo ministro britannico, David Cameron, e Alex Salmond, primo ministro indipendentista scozzese, hanno firmato ieri a Edimburgo l'accordo per indire entro il 2014 un referendum sull'indipendenza della Scozia. Si tratta solo dell’ultimo caso di richiesta di secessione, che segue le istanze indipendentiste della Catalogna, delle Fiandre e della Baviera. Cosa sta succedendo dunque in Europa? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Federiga Bindi, titolare della cattedra Jean Monnet presso l’Università Tor Vergata di Roma:RealAudioMP3

R. – Sembra che la gente pensi che “piccolo è bello” e non si renda conto che invece già i Paesi-Stati nazionali europei sono piccoli e impotenti di fronte alla crisi globale: essere ancora più piccoli diventa pericoloso, è un’illusione, insomma, quella di pensare di fare meglio.

D. – E in effetti, noi ci troviamo in un momento in cui la storia ci racconta che, anche dal punto di vista economico, più si è globalizzati meglio è…

R. – Assolutamente: si è globalizzati, punto. C’è poco da fare. E quindi, è meglio farsene una ragione e lavorare con il vento a favore – se vogliamo – piuttosto che con il vento contro.

D. – Un’Europa che si divide al suo interno, si indebolisce ulteriormente: ad esempio, di fronte alle politiche economiche che ci mettono sullo stesso piano rispetto a grandi Paesi che in questi ultimi anni sono entrati come attori principali dell’economia, come la Cina e l’India. Queste divisioni interne, quanto influiscono poi sui rapporti con questi Stati?

R. – Non voglio pensare a quello che potrebbe essere un’Unione Europea invece che a 27 – e presto 28 Stati – a 36-37: sarebbe uno stillicidio, ma soprattutto ci sarebbe l’impossibilità di decidere.

D. – Molti osservatori parlano di questi fenomeni come di un riflesso diretto di un crescente sfasamento tra problemi europei e politiche nazionali. Qual è la sua idea?

R. – Io credo ci sia uno sfasamento tra politica e cittadini e questo si riflette ovunque. In questo contesto, chi è meno cittadino del mondo pensa che chiudersi nel proprio angolo protegga di più piuttosto che esporsi, non rendendosi conto che in realtà è proprio essendo piccoli che si è più esposti.

D. – Tra la Scozia, le Fiandre, l’Italia e la Germania, qual è la situazione oggettivamente più preoccupante?

R. – Credo quella delle Fiandre, dopo il voto dello scorso fine settimana. Anche perché lì c’è una lunga storia di revanscismo, anche violento, e quindi sarà interessante vedere cosa succederà, adesso che i nazionalisti hanno preso anche Anversa.

D. – In molti casi, sono piuttosto i politici che vogliono proporre queste istanze secessioniste, mentre i cittadini non sono d’accordo. In Scozia, ad esempio, il 60-70% della popolazione non sarebbe d’accordo con la secessione. Quindi, anche in questo caso c’è una divisione?

R. – Spesso sì. Il discorso più estremista viene dai politici e poi i cittadini non confermano. Si pensi anche il referendum sulla permanenza nell’Unione Europea dell’Inghilterra. Bisognerà però vedere come andrà la crisi mondiale, in questo periodo: se questo farà soffiare il vento sul fuoco della secessione o meno.







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