2012-10-16 08:52:16

Sudan: appello di pace dei vescovi, dopo gli accordi di Addis Abeba


Combattere la corruzione e il nepotismo, rifiutare le logiche del tribalismo e impegnarsi a fondo per la pace e la prosperità reciproche: sono alcune delle raccomandazioni rivolte ai due Sudan dall’arcivescovo di Juba Paulino Luduku Loro e dal primate della chiesa anglicana e vescovo della diocesi di Juba Daniel Deng Bul. In un comunicato diffuso in seguito agli accordi di Addis Abeba e ripreso dall'agenzia Misna, i due rappresentanti religiosi si sono detti “lieti della perseveranza dimostrata dalle due parti nell’ambito del negoziato” e delle prime misure concretamente attivate come “la ripresa dei voli diretti tra Juba e Khartoum”. I prelati hanno quindi lodato la creazione di una zona demilitarizzata lungo la frontiera e sottolineato che per una buona riuscita del negoziato, anche sulle questioni rimaste in sospeso, come lo status della regione di Abyei “bisogna imparare a guardare al Sudan come ad un’unica famiglia costretta a dividersi, ma i cui beni devono essere equamente divisi in modo che nessuno dei suoi membri si trovi ad essere svantaggiato”. Questo principio, insistono i responsabili della Chiesa sudanese “deve guidare le azioni e le decisioni che verranno prese in futuro sui confini e sul petrolio”. Nella nota congiunta, i prelati sottolineano l’importanza dell’accordo di pace raggiunto a Jonglei lo scorso maggio tra le diverse comunità in lotta, mettendo in evidenza che “se anche rimangono alcune sfide da affrontare” la situazione “non è più come in passato”. I vescovi hanno invitato le comunità del Sud Sudan a “distanziarsi dalle ribellioni violente” auspicando al tempo stesso, da parte dell’esercito “ di rispondere con moderazione agli attacchi rispettando i diritti umani e non perpetrando abusi durante le loro attività”. Al governo di Juba viene richiesto infine di prendere azioni concrete contro la corruzione, e garantire il rispetto dei diritti dei cittadini; a quello di Khartoum, di accettare le proposte per una soluzione alla questione di Abyei, e favorire fine del conflitto in Blue Nile, Darfur e sui Monti Nuba. (R.P.)







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