Rapporto 2012 sulla libertà religiosa: in aumento le discriminazioni contro i cristiani
E’ stato presentato oggi a Roma il “Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo 2012”,
curato dalla Fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. Ne viene fuori un quadro generale
in fase di peggioramento rispetto al recente passato, nel quale sono soprattutto le
comunità cristiane, anche se non le sole, a subire gravi discriminazioni, che spesso
sfociano in aggressione e violenze. Ad esempio, in Cina e altri Paesi orientali sono
in aumento - secondo il Rapporto - i tentativi dei governi di assoggettare le comunità
religiose ai controlli dello Stato. Particolarmente preoccupante la situazione nel
Paesi della "primavera araba", dove le istanze democratiche della prima ora hanno
lasciato il passo ad un’Islam non moderato. L’estremismo islamico dà vita ad atti
di vera e propria aggressione in diversi Paesi africani, come il Kenya, il Mali, la
Nigeria e il Ciad. Caso estremo l’Arabia Saudita dove ai due milioni di cristiani
residenti non è permessa alcuna manifestazione del proprio credo. Capitolo a parte
è rappresentato dall’India e Pakistan, dove, dopo le violenze anticristiane degli
anni scorsi nello Stato dell’Orissa, le leggi contro le conversioni rappresentano
spesso alibi per commettere abusi di potere. E questo nonostante la Costituzione indiana
riconosca il diritto alla libertà religiosa. Muta la situazione dei cristiani a causa
di cambi della legislazione in Kirghizistan, in senso positivo, e in Tagikistan, in
senso negativo, poiché la nuova legge sulle comunità religiose sta obbligando molti
cristiani ad emigrare. Ma di fronte a tanti abusi e tanto dolore, non mancano gli
esempi luminosi di collaborazione e di convivenza pacifica tra cristiani e altre religioni:
spesso si riesce a lavorare insieme per il progresso della società. ( A cura di Giancarlo
La Vella)