India: nel Karnataka ancora attacchi alle chiese. Il Tamil Nadu permette i riti nelle
case
Grazie al patrocinio di funzionari e autorità, in Karnataka i nazionalisti indù maltrattano
le comunità cristiane; violano la privacy delle loro case; disturbano i servizi di
preghiera. È la denuncia di Sajan George, presidente del Global Council of Indian
Christians (Gcic), dopo l'ennesimo caso di intolleranza religiosa nello Stato indiano.
L'8 ottobre scorso, un funzionario della città di Wadi (distretto di Gulbarga) ha
demolito il muro di una chiesa, senza presentare alcun avviso, né ordinanza comunale.
Ramesh Pattedar, questo il suo nome, ha compiuto il gesto in tarda serata, con l'aiuto
di alcuni uomini che si crede facciano parte di gruppi nazionalisti locali. Per Sajan
George - riferisce l'agenzia Asianews - "l'aumento dell'intolleranza religiosa da
parte di funzionari amministrativi e polizia" è "davvero preoccupante", soprattutto
perché "in Karnataka gli incidenti anticristiani stanno crescendo a un ritmo vorticoso".
Dà invece un segnale di speranza una sentenza dell'Alta corte di Madras (Tamil Nadu),
che il 26 settembre scorso ha stabilito che non c'è bisogno di permessi per condurre
servizi di preghiera all'interno di case private (pratica tipica delle Chiese pentecostali).
"A persone di una particolare religione - ha dichiarato il giudice S. Manikumar -,
che siano indù, cristiani o musulmani, non si può impedire di riunirsi in un dato
luogo di culto, e non è necessario che esse ottengano un permesso preventivo da qualsiasi
autorità". (R.P.)