2012-10-15 17:48:15

L'Onu avanza la sua proposta per il cessate il fuoco in Siria. Nuove sanzioni Ue contro Damasco


Un cessate il fuoco in Siria entro fine ottobre e l'invio di una forza di pace internazionale, una volta trovato l’accordo per la transizione. E’ così articolato il quadro d’intervento politico proposto dall'inviato di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi a Teheran, durante la missione in corso in Medioriente. Sul fronte diplomatico da segnalare anche l'estensione delle sanzioni Ue contro Damasco e sul terreno l’aumento della tensione tra Siria e Turchia. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Sono almeno dieci le persone uccise solo in mattinata in Siria, di cui quattro minori. Sono gli ultimi dati di una guerra che non ha fine tra ribelli che rivendicano l’abbattimento di un jet su Aleppo e il controllo della grande moschea della città,e i lealisti che smentiscono l’uso di bombe a grappolo. Su questo sfondo è al mlavoro ancora la diplomazia. Dall’Unione a 27 arriva la 19esima stretta, una nuova tornata di sanzioni- ancora congelamento fondi e bando sui visti - per portare Assad ad un confronto. Un passo, ma ancora debole secondo Gabriele Iacovino responsabile analisti del Centro Studi Internazionali:

Sicuramente è un ennesimo tentativo di cercare una via non militare alla crisi siriana. Certo è che finora le sanzioni non hanno sortito l’effetto desiderato perché poi il complesso di potere all’interno della Siria trova comunque altre vie di finanziamento.L’Ue comunque non ha ancora gli strumenti per forzare Damasco a sedersi al tavolo del dialogo.

Intanto in area mediorientale è al lavoro il mediatore di Onu e Lega Araba Brahimi, arrivato in Iraq dopo la tappa a Teharan. Al potente alleato siriano Brahimi ha proposto, per risolvere una situazione che, dice, minaccia la pace mondiale, la promozione di un cessate il fuoco in concomitanza della Festa del Sacrificio, di fine mese, che faciliti l'apertura di un "processo politico" e corredarlo più in là dall'invio di un contingente internazionale di pace, sul modello dell'Unifil in Libano. Intanto cresce la tensione al confine con la Turchia. Oltre a dover fronteggiare l’emergenza profughi, per cui Ankara ha chiesto ufficialmente aiuto all’Ue, continua il braccio di ferro per bloccare l’afflusso di armi: oggi fermato e controllato un altro aereo destinato ad Aleppo e partito dall’Armenia.








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