2012-10-15 14:31:27

Appello per il Mali al Sinodo: nel Nord gli integralisti vogliono imporre la Sharia


Mentre l’Unione Europea esprime preoccupazione e pensa ad un’eventuale missione militare in Mali, la grave crisi in corso nel Paese dell’Africa occidentale è stata al centro, ieri, delle preghiere dei Padri sinodali. Al microfono di Paolo Ondarza sentiamo mons. Jean-Baptiste Tiama, vescovo di Sikasso, presidente della Conferenza Episcopale del Mali:RealAudioMP3

R. - Nel nostro Paese viviamo una situazione davvero molto drammatica. Dal 1992 fino ad oggi abbiamo vissuto in pace ed in tranquillità, ma dal mese di gennaio 2012 stiamo assistendo ad un intervento islamista nel Nord. Ed oggi gli estremisti islamici occupano i due terzi del Paese e vogliono imporre la legge islamica. Questo è dannoso per le altre religioni e per la laicità dello Stato. L’esercito, purtroppo, non ha il potere materiale per affrontare la situazione. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutto il mondo, dunque, soprattutto dell’Onu.

D. - La Chiesa come vive tutto questo, come partecipa alle difficoltà della popolazione?

R. - Finora la Chiesa è sempre stata con la gente. Agiamo attraverso le strutture sociali: dispensario, scuole, soprattutto la Caritas che fa molto per lo sviluppo del Paese. Così facciamo evangelizzazione a quel 2,5 per cento di cristiani presenti nel Paese, cercando soprattutto di formare laici e sacerdoti. Abbiamo, infatti, un Seminario maggiore, dove formiamo i nostri sacerdoti, per poterli poi mandare come missionari nel nostro Paese. Il Nord del Mali, infatti, è composto per il 100 per cento di musulmani. Solo al Sud sono presenti i cristiani che crescono pian piano. Siamo contenti di quello che facciamo, perché ogni anno a Pasqua celebriamo battesimi. Questo vuol dire che c’è gente che accoglie il messaggio cristiano e si converte.

D. - Tutto questo è la nuova evangelizzazione in Mali?

R. - Sì, possiamo definire così la nuova evangelizzazione in Mali. Prima c’erano i missionari che venivano da fuori, ma adesso hanno consegnato il Paese agli abitanti del Mali. Questi ultimi adesso cercano di trovare i mezzi spirituali e umani per proseguire l’evangelizzazione.


Ultimo aggiornamento: 16 ottobre







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