Il traffico di armi leggere supera 8,5 miliardi di dollari l’anno
“Il valore annuo dei trasferimenti legali di armi leggere e di piccolo calibro, compresi
accessori, ricambi e munizioni supera gli 8,5 miliardi di dollari”, oltre il doppio
rispetto al 2006. E’ quanto emerge dal rapporto Small Arms Survey 2012. Se si sommano
i traffici illeciti - precisa Eric Berman, direttore generale della ricerca - i profitti
varcano la soglia fatidica “dei 10 miliardi di dollari l’anno”. Nonostante i bilanci
occidentali della difesa siano sempre più ridotti – sottolinea Avvenire - le prospettive
per gli armamenti leggeri non sono affatto negative. Nel 2009, gli Stati Uniti hanno
primeggiato fra gli esportatori, con 706 milioni di dollari, seguiti dall’Italia (507
milioni) e dalla Germania (452 milioni). Sempre gli Usa, il Regno Unito e l’Arabia
Saudita figurano tra i principali importatori. I dati doganali parlano chiaro: ogni
anno si aggiungono al triste computo 530-580mila nuove armi da fuoco, prodotte da
un migliaio di aziende in un centinaio di paesi. Il fucile d’assalto belga Fal è fabbricato
fra gli altri in Argentina, Australia, Brasile e India e adoperato da almeno 65 eserciti.
Il Kalashnikov è stato prodotto in 100 milioni di esemplari e sul mercato nero africano
si trova per 30 dollari. Secondo l’Ong Oxfam, i 26 paesi sotto embargo internazionale
o regionale sono riusciti a importare armi per 2,2 miliardi di dollari dal 2000 ad
oggi. Molte partite di armi che giungono nel continente africano sono smerciate in
piccoli lotti a compratori per lo più ignoti. (A.L.)