Il Sinodo auspica una primavera cristiana perché nei Paesi arabi ci sia più libertà
e pace
Pausa domenicale, ieri, al Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione. I lavori
riprenderanno questa mattina, con il proseguimento della discussione generale. Sabato
pomeriggio, invece, l’Assemblea episcopale ha affrontato il tema della presenza dei
cristiani nei Paesi arabi, auspicando l’avvio di una “primavera cristiana” che aiuti
lo sviluppo della libertà e della pace. Il servizio di Isabella Piro:
Una “primavera
cristiana” che contribuisca, grazie alla nuova evangelizzazione, allo sviluppo di
una vera “primavera araba” di democrazia, libertà, giustizia e pace contro tutte le
forme di violenza e di soppressione dei diritti. E’ questo l’auspicio del Sinodo per
il Medio Oriente e per quei Paesi – come Iraq, Egitto e Siria – in cui si riscontrano
aggressioni ingiustificate contro i cristiani. Sono atti, affermano i vescovi, che
deformano il volto dell’islam moderato.
Di qui, l’invito a promuovere il dialogo
interreligioso, soprattutto attraverso la testimonianza di vita quotidiana. Anche
perché – nota il Sinodo - basta un giorno per diventare musulmano ed è poi difficile
rinunciare a questa religione, mentre un corso di catechismo dura in media tre anni,
ma i battezzati si dimenticano facilmente della Chiesa cattolica, forse perché la
loro fede è emotiva e superficiale.
Quindi, spazio ai giovani: i Padri sinodali
ripongono in loro la fiducia della Chiesa, in quanto nuovi agenti di evangelizzazione,
soprattutto fra i coetanei. Centrale, per questo, il sostegno alla famiglia, vera
Chiesa domestica: chi ha figli, ha speranza, dicono i vescovi, mentre l’Europa, ad
esempio, con la sua natalità in calo, sembra aver contratto il virus della paura del
futuro.
Sulla stessa linea, anche l’apprezzamento che l’Assemblea episcopale
esprime alle comunità ecclesiali di base e ai catechisti, ritenuti fondamentali per
la nuova evangelizzazione, soprattutto là dove mancano i sacerdoti. Per loro, il Sinodo
chiede condizioni lavorative migliori, un ministero stabile nella Chiesa ed una maggiore
valorizzazione del loro operato. La premura del Sinodo va anche ai seminari, affinché
riescano ad essere più autonomi dal punto di vista economico, e alle coppie divorziate
che spesso si sentono incomprese ed escluse. Bisogna ricordare loro, invece, dicono
i vescovi, che esse sono sempre nel cuore della Chiesa.
Infine, l’Assise sinodale
richiama il legame tra fede e carità, ribadendo che esse devono procedere insieme:
solo così infatti, la prima non sarà qualcosa di astratto e la seconda non rimarrà
semplice filantropia.