Sinodo, rinnovare la fede per rievangelizzare il mondo
"Impegnarsi nella
Nuova Evangelizzazione significa essere cooperatori di Dio" lo ha ricordato Benedetto
XVI nella meditazione che ha aperto, lunedì 8 ottobre, i lavori del Sinodo dei
Vescovi dedicato a questo tema in Vaticano. "Annunciare il Vangelo oggi significa
portare al mondo il Mistero della nostra fede, la Rivelazione di Gesù Cristo, in un
tono, in un linguaggio che tocchi la gente dei nostri giorni" ricorda il card.
Wuerl, arcivescovo di Washington, Relatore Generale al Sinodo. "Ma bisogna partire
- spiega il porporato - dal rinnovamento della nostra fede individuale e poi non vergognarci
della Verità della Buona Novella". Gli fa eco il laico Salvatore Martinez, presidente
in Italia del Rinnovamento dello Spirito Santo, uditore al Sinodo: "L'afasia del
nostro tempo, la difficoltà di dire Gesù Cristo, deriva essenzialmente da una fede
non nutrita dalla preghiera e dalla Parola di Dio". "La desacralizzazione delle nostre
società e la difficoltà dei giovani di intercettare il Vangelo - continua - sono questioni
che il Sinodo sta affrontando con chiarezza e lungimiranza". "E' difficile annunciare
o riannunciare la gioia della fede, perché molti non hanno più speranza" spiega Chantal
Le Ricque, laica dell'arcidiocesi di Parigi, uditrice al Sinodo. "Dobbiamo capire
però che le persone che sono in ricerca hanno molto da insegnare anche a noi credenti".
"In Francia - spiega - molti non accolgono il messaggio della Chiesa perché la vedono
come un'autorità. La gente non trova un nesso tra il messaggio di vita del cristianesimo
e le proprie aspettative, i propri bisogni. Ma noi cristiani dobbiamo andare verso
di loro e trovare i mezzi per essere ascoltati. A questo scopo è importantissima la
formazione del laicato". (A cura di Fabio Colagrande e Paolo Ondarza, inviato al
Sinodo per la Rv).