Nobel Pace. Vescovi Ue: premiata l’aspirazione alla pace dei padri fondatori
E’ stato premiato l’obiettivo della pace con cui è nata l’integrazione europea nella
mente dei padri fondatori, politici cattolici: così i vescovi europei si felicitano
per il Premio Nobel per la pace assegnato all’Unione Europea. All'annuncio della decisione
del Comitato di Oslo, insieme con tante felicitazioni non sono mancate critiche dagli
euroscettici. Il servizio di Fausta Speranza:
Adesione in
cambio di democrazia, finanziamenti in cambio di diritti umani. E se la pace si costruisce
con lo sviluppo, con 53 miliardi di euro di aiuti erogati nel 2011, l'Unione europea
resta il primo donatore al mondo. Queste alcune delle motivazioni del Comitato di
Oslo, che innanzitutto ricorda: Germania e Francia hanno combattuto tre guerre nel
giro di 70 anni, e oggi un conflitto sarebbe impensabile. Gli euroscettici rispondono
che non si premia la burocrazia o che l’Unione Europea non riesce a fare nulla nella
crisi in Siria. Soddisfazione invece dai vescovi europei: la riflessione del cardinale
arcivescovo di Monaco Reinhard Marx, presidente della Commissione degli Episcopati
della Comunità europea (Comece):
“Sessant'anni di pace sono qualcosa di
semplicemente grande e anche un esempio per tutto il mondo. All’inizio, naturalmente,
vi erano anche degli interessi economici immediati, ma il grande obiettivo era il
fatto che in Europa non poteva più prevalere la guerra. E bisogna sottolineare che
sono stati soprattutto i politici cattolici che hanno dato l’avvio a questo progetto
comune di pace. Questo, come Chiesa cattolica, dovrebbe renderci felici. La Chiesa
ha sempre accompagnato l'Europa attraverso tutte le crisi e le vicissitudini della
storia. Anche oggi incoraggiamo i cattolici a partecipare alla vita politica. Non
è sufficiente restare ai margini della strada”.
Onorate le reazioni da
Bruxelles: ma la vicepresidente dell’europarlamento Roberta Angelilli avverte:
deve essere uno stimolo di fronte alle urgenti sfide attuali:
“L’impegno
per la pace e per la difesa dei più deboli, delle persone più vulnerabili è uno dei
pilastri delle istituzioni comunitarie. Noi siamo onorati di aver ricevuto questo
riconoscimento, ma è uno stimolo ulteriore per continuare un impegno proprio per la
pace, per i diritti umani, ma anche per la solidarietà e la coesione sociale, soprattutto
in un momento di crisi economica. Non ci sono in ballo conflitti armati, ma ci sono
in ballo conflitti economici, generazionali, che ovviamente dobbiamo affrontare con
grande sforzo, così come dobbiamo comunicare ai cittadini che l’Europa c’è”.
Da
parte sua il presidente della Repubblica italiana, Napolitano, ribadisce che l’Ue
rappresenta davvero un progetto di pace e invita i Paesi membri ad andare avanti nel
processo di integrazione anche con il coraggio di cedere quote di sovranità per un
avanzamento anche sul piano politico-istituzionale. E poi, tra le congratulazioni
di tanti, il segretario generale della Nato, Rasmussen, dice: l'Unione Europea ha
giocato "un ruolo vitale nel curare le ferite della storia”. Sembrano fargli eco i
Paesi dei Balcani occidentali che, ricordando le loro ferite, ribadiscono la speranza
di entrare presto nell’Unione.