2012-10-13 07:55:34

Nobel Pace. Vescovi Ue: premiata l’aspirazione alla pace dei padri fondatori


E’ stato premiato l’obiettivo della pace con cui è nata l’integrazione europea nella mente dei padri fondatori, politici cattolici: così i vescovi europei si felicitano per il Premio Nobel per la pace assegnato all’Unione Europea. All'annuncio della decisione del Comitato di Oslo, insieme con tante felicitazioni non sono mancate critiche dagli euroscettici. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Adesione in cambio di democrazia, finanziamenti in cambio di diritti umani. E se la pace si costruisce con lo sviluppo, con 53 miliardi di euro di aiuti erogati nel 2011, l'Unione europea resta il primo donatore al mondo. Queste alcune delle motivazioni del Comitato di Oslo, che innanzitutto ricorda: Germania e Francia hanno combattuto tre guerre nel giro di 70 anni, e oggi un conflitto sarebbe impensabile. Gli euroscettici rispondono che non si premia la burocrazia o che l’Unione Europea non riesce a fare nulla nella crisi in Siria. Soddisfazione invece dai vescovi europei: la riflessione del cardinale arcivescovo di Monaco Reinhard Marx, presidente della Commissione degli Episcopati della Comunità europea (Comece):

“Sessant'anni di pace sono qualcosa di semplicemente grande e anche un esempio per tutto il mondo. All’inizio, naturalmente, vi erano anche degli interessi economici immediati, ma il grande obiettivo era il fatto che in Europa non poteva più prevalere la guerra. E bisogna sottolineare che sono stati soprattutto i politici cattolici che hanno dato l’avvio a questo progetto comune di pace. Questo, come Chiesa cattolica, dovrebbe renderci felici. La Chiesa ha sempre accompagnato l'Europa attraverso tutte le crisi e le vicissitudini della storia. Anche oggi incoraggiamo i cattolici a partecipare alla vita politica. Non è sufficiente restare ai margini della strada”.

Onorate le reazioni da Bruxelles: ma la vicepresidente dell’europarlamento Roberta Angelilli avverte: deve essere uno stimolo di fronte alle urgenti sfide attuali:

“L’impegno per la pace e per la difesa dei più deboli, delle persone più vulnerabili è uno dei pilastri delle istituzioni comunitarie. Noi siamo onorati di aver ricevuto questo riconoscimento, ma è uno stimolo ulteriore per continuare un impegno proprio per la pace, per i diritti umani, ma anche per la solidarietà e la coesione sociale, soprattutto in un momento di crisi economica. Non ci sono in ballo conflitti armati, ma ci sono in ballo conflitti economici, generazionali, che ovviamente dobbiamo affrontare con grande sforzo, così come dobbiamo comunicare ai cittadini che l’Europa c’è”.

Da parte sua il presidente della Repubblica italiana, Napolitano, ribadisce che l’Ue rappresenta davvero un progetto di pace e invita i Paesi membri ad andare avanti nel processo di integrazione anche con il coraggio di cedere quote di sovranità per un avanzamento anche sul piano politico-istituzionale. E poi, tra le congratulazioni di tanti, il segretario generale della Nato, Rasmussen, dice: l'Unione Europea ha giocato "un ruolo vitale nel curare le ferite della storia”. Sembrano fargli eco i Paesi dei Balcani occidentali che, ricordando le loro ferite, ribadiscono la speranza di entrare presto nell’Unione.







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