2012-10-13 19:33:19

Le aziende marchigiane: per uscire dalla crisi più export ma serve rivitalizzare il mercato interno


Il ‘capitalismo familiare’ della Marche sembra in grado di poter superare la crisi. Secondo i dati di Confindustria di Ancona nel trimestre aprile giugno 2012 la produzione industriale ha fatto segnare un – 5.2%, ma nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni sono aumentate del 6.4%. Alessandro Guarasci

Circa 3600 le aziende marchigiane, la maggior parte delle quali con meno di dieci dipendenti. Per sopperire alla crisi del mercato interno molte di esse sono andate all’estero, proponendo i prodotti di punta del made in Italy. Meccanica, tessile, calzaturiero i settori di punta. Fiorella Tombolini, dell’omonima ditta d’abbigliamento.

“Quali scelte servono in questo momento per affrontare la crisi? Una è appunto l’internazionalizzazione; un’altra è senz’altro l’innovazione forte del prodotto, molto radicato e segnato culturalmente; e, terzo punto, un’etica trasversale nei rapporti e nelle relazioni, che aiutino molto una prospettiva futura. Riteniamo che veramente l’Italia ce la possa fare e dobbiamo lavorare sul costo del lavoro”.

Per Stelvio Lorenzetti, amministratore delegato della Eko di Montelupone e presidente dell’Ucid di Macerata, le aziende devono reinventarsi

“Cercare di aprirsi ai mercati esteri, cercare di vedere come poter risvegliare il mercato italiano, produrre nuovi prodotti, importare nuovi prodotti. Uno dei motivi in questo momento della crisi del mercato italiano non è sicuramente solo l’accesso al credito, è un calo dei consumi generalizzato. La mia risposta alla sua domanda è che forse fino adesso noi italiani, il mercato italiano era drogato. C’era un troppo accesso facile al credito”.

Dalla crisi quindi si esce anche con più valori umani








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