2012-10-12 12:40:00

Nigeria: gravi crimini compiuti da Boko Haram e dall'esercito di Abuja


Per la grave situazione in Nigeria, Human Right Watch lancia un forte allarme. In un rapporto l’organizzazione afferma che, sia Boko Haram, gruppo terroristico di matrice islamica, sia le forze di sicurezza nigeriane sono responsabili di crimini contro l'umanità. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Enrico Casale, esperto di Africa del periodico dei Gesuiti “Popoli”:RealAudioMP3

R. – Il problema della Nigeria è l’esplodere di questo fondamentalismo religioso, la cui espressione più violenta è la setta di Boko Haram: il movimento fondamentalista islamico radicale, che rifiuta tutto ciò che viene dall’Occidente e quindi anche la fede cristiana. Questa situazione rappresenta quindi un grande pericolo per la stabilità del Paese, il Paese più popoloso dell’Africa e principale esportatore di petrolio del continente.

D. – Precise accuse vengono fatte anche all’esercito…

R. – Certamente. La reazione dell’esercito e della polizia è stata molto dura e ha quindi coinvolto anche la popolazione civile, che non c’entra nulla né con Boko Haram né con le forze armate. Così come, d’altra parte, anche Boko Haram colpisce gente inerme: in particolare i cristiani che vanno in chiesa la domenica mattina.

D. – Quali altri Paesi africani stanno vivendo questa problematica così drammatica?

R. – Quello del fondamentalismo islamico è un problema che si sta estendendo in alcuni Paesi del Sahel e dell’Africa sub-sahariana. Pensiamo al Mali, dove, sull’onda della rivolta tuareg, inizialmente laica, si sono inseriti movimenti fondamentalisti che, di fatto, hanno preso il controllo delle regioni settentrionali del Paese. Pensiamo soprattutto anche alla Somalia, dove il movimento degli Al-Shabab, legato fortemente ad al Qaeda, è tuttora attivo e si teme che, nonostante abbia perso alcune roccaforti, possa ancora opporsi al governo attraverso una strategia di guerriglia, che probabilmente ancora per molto tempo infiammerà il Paese del Corno d’Africa.

D. – Un grave ostacolo, tutto questo, al percorso di stabilizzazione di questi Paesi: un percorso difficile, arduo…

R. – Certamente. Soprattutto il Mali, che fino a poco tempo fa era considerato uno dei Paesi più stabili dell’intero continente africano e dove si teme un’offensiva delle forze armate maliane, sostenute da alcuni alleati dell’Africa occidentale. Ma anche la Somalia, che viene da più di 20 anni di guerra civile, è tuttora infiammata da questo conflitto contro le forze fondamentaliste islamiche.







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