"Il Signore ci accenda il cuore perchè possiamo accendere il mondo": così il Papa
durante il pranzo con i padri sinodali
Ancora un saluto e un particolare ringraziamento ai padri sinodali, ai vescovi che
hanno partecipato 50 anni fa al Concilio e ai presidenti delle Conferenze Episcopali,
Benedetto XVI li ha rivolti al termine del pranzo in Vaticano. Con loro erano presenti
anche il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I e l’arcivescovo di Canterbury,
Rowan Williams. Ci riferisce le sue parole Adriana Masotti:
“E’ una
bella tradizione creata dal Beato Papa Giovanni Paolo II quella di incoronare il Sinodo
con un pranzo comune”. Benedetto XVI esprime la sua gioia per questo momento di pausa
dai lavori e sottolinea in particolare la presenza accanto a lui del Patriarca ecumenico
di Costantinopoli, Bartolomeo I, e dell’arcivescovo Rowan Williams, primate della
Comunione anglicana:
“Per me questa comunione è un segno che siamo
in cammino verso l’unità e che nel cuore andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà ad
andare avanti anche esteriormente”.
La gioia dello stare insieme, afferma
il Papa, ci rafforza anche nel mandato dell’evangelizzazione. E ricorda l’episodio
del Vangelo dei due discepoli di Emmaus che, dice, “sono un po’ un’immagine del mondo
agnostico di oggi”:
“Gesù, la loro speranza, era morto; il mondo vuoto;
sembrava che Dio realmente o non ci fosse o non si interessasse di noi. Con questa
disperazione nel cuore, e tuttavia con una piccola fiamma di fede, vanno avanti. Il
Signore cammina misteriosamente con loro e li aiuta a capire meglio il mistero di
Dio, la sua presenza nella storia, il suo camminare silenziosamente con noi. Alla
fine, nella cena, quando già le parole del Signore e il loro ascolto avevano acceso
il cuore e illuminato la mente, lo riconoscono nella cena e finalmente il cuore comincia
a vedere”.
Così, conclude, nel Sinodo siamo in cammino insieme con i nostri
contemporanei:
“Preghiamo il Signore perché ci illumini, ci accenda il cuore
affinché diventi 'veggente', ci illumini la mente e preghiamo che nella cena, nella
comunione eucaristica, possiamo realmente essere aperti, vederlo e così accendere
anche il mondo e dare la Sua luce a questo nostro mondo”.