Campagna del Fondo Ambiente Italiano: "Ricordati di salvare l'Italia"
“Ricordati di salvare l’Italia”: si propone con questo slogan la campagna nazionale
di raccolta fondi del FAI, Fondo Ambiente Italiano, in corso fino al 28 ottobre. Con
un sms al numero 45503 è possibile donare due euro per sostenere tre progetti di valorizzazione
del patrimonio artistico e paesaggistico su cui il FAI intende impegnarsi prossimamente
in Puglia, Emilia e Liguria. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla risorsa
rappresentata per l’Italia dai suoi beni culturali, domenica 21 ottobre, in 70 città,
si svolgerà anche un’originale maratona. Ma perché gli italiani sembrano amare così
poco il loro Paese? Adriana Masotti ne ha parlato con Ilaria Borletti Buitoni,
presidente del FAI:
R. –
Io credo che gli italiani amino l’Italia, ma credo che la cultura del paesaggio e
l’attaccamento, la consapevolezza del patrimonio culturale monumentale, sia purtroppo
molto bassa. Non c’è stata nella scuola una spinta perché sia più alta, le istituzioni
non hanno dato un buon esempio… Il risultato è che negli italiani - anche se secondo
me questa situazione sta cambiando - c’è una consapevolezza veramente poco diffusa
di quanto questo patrimonio culturale debba essere protetto, conservato e valorizzato.
D.
– Da qui anche la campagna nazionale del FAI…
R. – Proprio per lanciare un
appello e l’appello è: primo, valorizzando il patrimonio culturale si può anche creare
sviluppo e quindi creare occupazione; secondo, bisogna che i cittadini si rendano
conto che devono rappresentare una sollecitazione per le istituzioni. Il FAI rappresenta
in questo anche una voce di stimolo alla politica e alle istituzioni sui temi che
riguardano la tutela e la valorizzazione del patrimonio eccezionale di cultura, di
storia, di natura che ha il nostro Paese.
D. - Quando di stratta di soldi si
sta sempre molto attenti: a cosa serviranno i due euro che siamo invitati tutti a
devolvere al FAI attraverso questa iniziativa?
R. – Intanto c’è da dire che
un sms al 45503 di due euro non è, per fortuna, una spesa che si può considerare eccessiva.
Noi destineremo il ricavato di questa campagna in particolare a tre progetti. Uno
è un’abbazia in Puglia, in provincia di Lecce, l’abbazia romanica di Santa Maria di
Cerrate che ci è stata data dalla provincia, quindi è un bene pubblico, per 30 anni,
per essere restaurata e riaperta al pubblico. E il Salento è una zona di straordinaria
bellezza…. Poi a Finale Emilia, che è stato l’epicentro del terremoto, c’è il municipio
che è un bellissimo edificio neoclassico; è stato affidato al FAI e noi lo restaureremo.
Come per l’Aquila, quando abbiamo restaurato la Fontana delle 99 cannelle, questo
sarà il nostro contributo alla ripresa dopo il terremoto. Poi c’è Punta Mesco che
è un grande progetto di natura in Liguria. La Liguria è stata travolta da frane, inondazioni,
in tempi purtroppo molto recenti e Punta Mesco sarà proprio un esempio di come si
può recuperare il paesaggio anche preservandolo da questo tipo di eventi.
D.
– Nel corso della campagna, domenica 21 ottobre, ci sarà anche un’altra iniziativa
aperta a tutti, la FAI-MARATHON che è una maratona che si corre con gli occhi: cosa
significa?
R. - E’ una maratona che avverrà in circa 70 città italiane. Sul
nostro sito, , si vede quali città parteciperanno. E’ una maratona, io dico, anche
per pigri, nel senso che lo scopo non è la competizione agonistica ma, camminando
nella città in cui si vive, nel paese in cui si vive, lo scopo è la conoscenza di
quello che è in quel luogo il patrimonio artistico, storico, monumentale. Quindi è
di nuovo una grande manifestazione che serve per accrescere il livello di sensibilità
e di consapevolezza, perché senza quello è difficile che la politica dei beni culturali
nel nostro Paese possa cambiare.
D. – Siamo in un tempo di crisi economica,
è il momento giusto per parlare di arte, di cultura, di paesaggio?
R. – Secondo
me è proprio questo il momento per farlo. L’Italia ha perso molte vocazioni produttive,
molte aziende se ne sono andate e cosa ci rimane? Ci rimane uno straordinario patrimonio
che se fosse valorizzato si tradurrebbe in sviluppo e in occupazione. Quindi io penso
che proprio in questo momento dobbiamo riflettere su un tipo di sviluppo diverso in
Italia.