2012-10-11 16:39:04

Mons. Marchetto:"Lo spirito del Concilio è nei testi"


RealAudioMP3 "Per una ricezione e applicazione corretta del Concilio serve innanzitutto tracciarne una storia veritiera, e purtroppo ancora non ci siamo. Poi serve un'interpretazione corretta che - come ci ha ricordato Benedetto XVI in questi giorni - legga il Concilio nella continuità della riforma della Chiesa". Nel cinquantesimo anniversario dell'inaugurazione del Concilio ecumenico Vaticano II, l'arcivescovo Agostino Marchetto, studioso del Concilio, ci aiuta a coglierne l'eredità. "Il Papa ci invita a tornare alla lettera del Concilio per opporsi all'idea che ci sia uno 'spirito' conciliare distinto dai testi. Sono solo i documenti - continua il presule - a raccogliere il vero spirito di quell'avvenimento". "L'importanza del Concilio - aggiunge Marchetto - si comprende riflettendo su cosa sarebbe accaduto se non avessimo avuto questa pagina della storia della Chiesa. Perciò, ringraziamo il Signore per questa 'bussola' - come l'ha chiamata il Beato Giovanni Paolo II - che ci aiuta ad andare verso Cristo e a portare la Buona Novella all'uomo contemporaneo, senza prostrarsi agli elementi effimeri o sbagliati del mondo attuale". "La maturata coscienza della vocazione ecclesiale di ogni battezzato, la qualità della celebrazione eucaristica, l'invito a un accostamento assiduo alla Scrittura, la consapevolezza che ogni credente è chiamato all'annuncio del Vangelo e alla testimonianza di vita". Sono questi i frutti del Concilio che sono penetrati profondamente nella comunità ecclesiale in questi cinquant'anni secondo il teologo Marco Vergottini, responsabile del sito www.vivailconcilio.it "E' vero però - aggiunge Vergottini - che cinquant'anni non sono stati sufficienti perché i laici diventassero 'cristiani maggiorenni'. C'è bisogno ancora di investire molto sul tema della loro formazione teologica e biblica. Solo così potrà crescere l'intenzione dei pastori di valorizzarli. Ci sono già molte testimonianze vive di laici che si sono dedicati all'impegno nella storia, nella vita familiare e professionale, o a ricoprire incarichi ecclesiali. Certo, si può fare molto di più." (A cura di Fabio Colagrande)







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