Guatemala: i vescovi chiedono la verità sul massacro di 8 indigeni compiuto dai militari
I vescovi del Guatemala chiedono che venga fatta chiarezza sul massacro di 8 indigeni
compiuto dai militari durante una protesta la scorsa settimana. “Di fronte alle versioni
contraddittorie dell’accaduto, la Chiesa cattolica considera fondamentale e imprescindibile
che si stabilisca una sincera e credibile ricerca della verità”. Così il comunicato
dell’episcopato guatemalteco a proposito del massacro avvenuto il 4 ottobre quando
agenti della polizia e militari hanno aperto il fuoco contro una pacifica dimostrazione
di contadini e abitanti del distretto di Totonicapàn, nella regione del Quiché, popolata
prevalentemente da comunità indigene maya. Nella nota, mons. Rodolfo Valenzuela Núñez,
vescovo di Verapaz e presidente della Conferenza episcopale del Guatemala chiede che
“le indagini siano portate avanti da istituzioni libere da ogni sospetto di parzialità”.
Inoltre, i vescovi condividono la posizione del Procuratore per i Diritti Umani e
appoggiano il lavoro di inchiesta dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per
i Diritti Umani. Il massacro è avvenuto lungo la Carretera Panamericana, (strada che
attraversa tutto il Centroamericana) dove comunità contadine della zona protestavano
contro la riforma costituzionale avviata dal Presidente Otto Perez Molina che andrebbe
a colpire l’autonomia e le terre delle popolazioni indigene preoccupate dalle concessioni
dello Stato per investimenti nel settore minerario, per centrali energetiche e per
piantagioni che si stanno facendo in tutto il Paese. Al centro della protesta anche
gli aumenti esorbitanti delle bollette della luce e la riforma della scuola dell’obbligo.
La Chiesa del Guatemala ha ricordato che “lo Stato deve cercare il bene comune e la
sicurezza di tutti i cittadini, mentre ha esortato le parti coinvolte a non manipolare
la verità e l’informazione che potrebbero alimentare le tensioni. In effetti, le innumerevoli
versioni e la poca chiarezza sulle circostanze del massacro, hanno portato diversi
rappresentanti politici dell’opposizione e leader indigeni a accusare il Presidente
e il suo governo della tragedia. I vescovi guatemaltechi hanno inoltre manifestato
la loro vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime. Così ha fatto anche il
Concilio Ecumenico Cristiano del Guatemala che riunisce la Chiesa cattolica, evangelica
e luterana che hanno esortato il governo a chiarire i fatti e a porre fine alla repressione
delle comunità indigene. Intanto continuano i lavori dei due gruppi di esperti in
diritti umani dell’Onu che sono in Guatemala dal giorno successivo al massacro. (A
cura di Alina Tufani)