Sicilia. I vescovi: giustizia e legalità in vista delle regionali, "basta degrado
in politica"
“Ora che il degrado morale e sociale della politica ha oltrepassato ampiamente il
livello di guardia, noi riteniamo – per non mancare ad una responsabilità di guida
del popolo di Dio – di dover tornare ad alzare la nostra voce, per denunciare che
lo stile e le modalità di approccio dell’attuale assetto politico, manifestano incontestabile
carenza di seria fondazione morale”. E’ un passo del documento dei vescovi siciliani,
in vista delle prossime elezioni regionali, sul tema “Amate la giustizia, voi che
governate sulla terra”, presentato ieri dal cardinale di Parlamento e presidente della
Conferenza episcopale siciliana, Paolo Romeo. Da Palermo, Alessandra Zaffiro:
La prima sfida
da vincere, sostengono i vescovi siciliani, è quella di superare l’individualismo.
“E’ l’ora di una solidarietà lungimirante, di una concentrazione assoluta e senza
distrazioni su alcune priorità: il lavoro per tutti, la lotta penetrante e inesorabile
alla corruzione e al malaffare, la riforma dei meccanismi e degli strumenti della
partecipazione democratica”. Occorre ripartire dalla stima per l’originaria vocazioni
al bene, che ciascuno uomo, nella sua unicità irripetibile, rappresenta. “In nome
di questa centralità intendiamo fare appello a tutte le coscienze, affinché la partecipazione
al voto sia ampia, piena, consapevole, libera da occulti e fuorvianti condizionamenti
soprattutto di natura criminale, affrancata da logiche clientelari o di mera tutela
di rendita parassitaria o privilegi prevaricanti”. La campagna elettorale, che prepara
nuovi assetti istituzionali al governo della Regione – prosegue la riflessione – sta
rivelando che il bene comune e lo spirito di servizio, le istanze etico-sociali non
occupano la priorità di attenzione che loro compete nella gestione della cosa pubblica.
Lo scontro tra scelte politiche e contrastanti ha ormai assunto toni di guerra tra
le parti. Esso esprime quasi esclusivamente una deprimente logica di spartizione del
potere, lo scontro tra forze più o meno occulte, la strumentalizzazione delle persone,
la pressione mediatica e il condizionamento dell’opinione pubblica. “Questo degrado
etico-sociale non può non inquietarci come pastori”, si legge nel documento.
“In
quanto uomini di Chiesa non abbiamo né particolari parametri di valutazione o ricette
politiche da indicare, né piani strategici da proporre: non è questo il nostro compito.
Ma il dovere di orientare, di richiamare e di denunciare siamo convinti di averli!”.
Segnaliamo, con preoccupazione, il fenomeno della presa di distanza dall’agone politico
da parte di persone indubbiamente valide. Un senso di smarrimento e di delusione fa
sì che molti cittadini non sentano più la politica rappresentativa dei loro interrogativi.
Un rifiuto, quasi un’avversione, porta all’astensionismo e a quel disimpegno che fa
poi spazio all’antipolitica e al qualunquismo”. “In quanto uomini di speranza non
ci chiudiamo affatto a prospettive e scenari altri, illuminate da idealità alte, impegno
forte per un bene comune, amato e disinteressatamente cercato.