Fiaccolata a Roma promossa dall'Azione Cattolica a 50 anni dall'apertura del Concilio
All'origine della nuova evangelizzazione c'è il dinamismo impresso dal Concilio Vaticano
II. Lo ha ricordato Benedetto XVI durante la celebrazione eucaristica che ha aperto
il Sinodo dei Vescovi. E proprio questa sera, all'apertura dell'Anno della Fede, si
terrà a Roma una fiaccolata per ricordare quella che cinquant'anni fa, sotto le finestre
di Papa Giovanni XXIII, inaugurò l'assise conciliare. Ma cosa significa riscoprire
gli insegnamenti del Concilio? Fabio Colagrande lo ha chiesto a Franco Miano,
presidente dell'Azione Cattolica italiana che organizza l’avvenimento:
R. – La riscoperta
degli insegnamenti più autentici del Concilio Vaticano II va nella linea di una nuova
evangelizzazione, di uno sforzo rinnovato di evangelizzazione. Che cos’altro è il
dialogo della Chiesa con l’uomo del nostro tempo, se non un dialogo che ha al cuore
la comunicazione, la trasmissione, l’annuncio della bella notizia del Vangelo? Il
dialogo, prima di tutto, si fonda su questo cardine che naturalmente rappresenta la
base, da cui poi discendono anche principi di vita, modi di pensare, stili, prassi.
Da questo punto di vista il riferimento al Concilio Vaticano II, e ai 50 anni dal
suo inizio, è un riferimento importantissimo, dove mi sembra provvidenziale quell’accostamento
che il Papa ha proposto dell’11 ottobre come momento in cui viene aperto l’Anno della
Fede, si celebrano i 50 anni dall’inizio del Concilio, durante il Sinodo sulla nuova
evangelizzazione. Credo che sia un provvidenziale accostamento che dice poi quello
che è il cuore anche dello stesso messaggio conciliare: l’incontro della Chiesa con
gli uomini e le donne del nostro tempo, un incontro per dire il suo tesoro, il tesoro
della fede. Parteciperemo quindi alla celebrazione che il Papa presiederà e la sera
abbiamo promosso, insieme alla diocesi di Roma, una fiaccolata per ricordare la fiaccolata
di 50 anni fa, della serata di apertura del Concilio. Oggi con Benedetto XVI, ieri
con Giovanni XXIII: è la vita della Chiesa che continua, presentando al mondo il tesoro
della fede.
D. – Come si svolgerà questa serata e perché l’avete pensata?
R.
– Si svolge in modo molto semplice. Ci sarà un momento di raduno a Castel Sant’Angelo
e una fiaccolata, in uno spirito di preghiera, lungo Via della Conciliazione, per
arrivare a Piazza San Pietro e attendere il saluto e la benedizione del Santo Padre.
Vorrebbe essere un segno di luce nella sera, nella notte, come fu la fiaccolata di
50 anni fa, che ispirò poi quell’intervento bellissimo di Giovanni XXIII. Noi oggi
vogliamo dire, con Benedetto XVI, che anche questo tempo è un tempo favorevole, è
un tempo di grandi speranze, è un tempo favorevole all’annuncio del Vangelo. L’abbiamo
pensata come un’esperienza promossa sì dall’Azione Cattolica, ma proprio in collaborazione
con la diocesi, con la Chiesa locale, perché è per tutti: è nello spirito di un Anno
della Fede vissuto insieme, è nello spirito di un Concilio Vaticano II, che è patrimonio
da riscoprire per tutti noi.
D. – Quale significato ha tornare al clima di
quei giorni del ’62?
R. – Il clima di 50 anni fa è il clima che - da un lato
- accoglie un lungo cammino, ma - dall’altro – anche la grandezza che l’evento conciliare
rilancia, ripensa, trasforma in qualcosa di nuovo quel cammino. Un po’ è così sempre
nella vita della Chiesa, come poi nella vita delle persone: si cammina, ma ci sono
dei momenti in cui c’è un passo avanti, una novità di vita che si è espressa. Noi
vorremmo, anche con questa fiaccolata dell’11 ottobre, rilanciare nell’Anno della
Fede, con Benedetto XVI, una grande esperienza di novità di vita che i cristiani pensano
di poter testimoniare oggi.