L’Eurogruppo vara l'ESM, ma le borse chiudono in rosso. Oggi Angela Merkel ad Atene
La crescita dell'economia mondiale si è indebolita, e i rischi di un deterioramento
restano alti, soprattutto nell'Eurozona. A dirlo è il Fondo monetario internazionale
in previsione delle assemblee annuali del FMI e della Banca Mondiale a Tokyo. Previsioni
non rosee, insomma, che giungono a poche ore dal via libera del nuovo fondo salva-stati
permanente dell'eurozona. Varato ieri, sarà in condizioni di prestare 200 miliardi
di euro entro fine ottobre su una capacità totale di 500 miliardi. Ce ne parla Salvatore
Sabatino:
Da una parte
l’entusiasmo dei leader europei e la tripla A assegnata all’ESM dall’agenzia di Rating
Fitch; dall’altra la cautela delle Borse europee, che hanno chiuso tutte in rosso.
Il nuovo meccanismo europeo di stabilità finanziaria, insomma, piace ma non convince
fino in fondo; forse a causa di quella dotazione da 500 miliardi, che potrebbe non
essere sufficiente a garantire la sicurezza dell’area Euro; troppo pochi, insomma,
i fondi complessivi se si pensa che la sola crisi greca è costata fino a questo momento
300 miliardi di Euro. E la soluzione sembra non essere dietro l’angolo, come ha capito
bene Angela Merkel, che oggi arriva ad Atene per una missione carica di tensione.
Ugo Bertone, direttore di “Finanza e Mercati”.
"Carica di tensione, però
diciamo che la Merkel compie un gesto di grande coraggio, perché in questo modo sta
a indicare esplicitamente che la Germania non vuole che la Grecia esca"
Ed
un segnale, in tal senso, è giunto ieri pure dall’Eurogruppo, che ha chiesto ad Atene
di agire entro il 18 ottobre – data in cui si svolgerà il prossimo vertice europeo
– per mettere in pratica le riforme promesse per accedere ai nuovi aiuti. Una richiesta
di responsabilità, insomma, come quella avanzata qualche mese fa al Portogallo, che
ieri ha ottenuto una nuova tranche da 4,3 miliardi di euro. Resta ancora nel cassetto,
invece, la richiesta di salvataggio della Spagna, nonostante la crisi continui ad
impattare fortemente sull’economia del Paese iberico.