Burundi: l'impegno dei Gesuiti per l'istruzione delle donne
Istruire le donne significa far progredire l’intera società del Burundi, uno dei Paesi
più poveri dell’Africa. Per questo il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (Jrs) sta
investendo in progetti educativi rivolti alle donne che, pur rappresentando il vero
motore della società burundese, risultano ancora fortemente escluse dall’accesso all’istruzione
e dalla possibilità di raggiungere uno sviluppo personale pieno e dignitoso. Solo
il 31% delle ragazze, infatti, continua a frequentare i banchi di scuola al termine
del ciclo di studi primari, secondo i dati ufficiali dell’Unesco. Eppure, afferma
il Jrs nelle informazioni inviate all’Agenzia Fides, innalzare il tasso d’istruzione
delle donne non soltanto le renderà persone più sicure di sé e consapevoli delle proprie
capacità, ma servirà anche come contributo fondamentale per lo sviluppo delle comunità
locali e della società intera. Swavis Nzeyimana ha 22 anni ed è madre di due bambini,
rispettivamente di 5 anni e 7 mesi. Dallo scorso gennaio frequenta le lezioni per
imparare a leggere, scrivere e fare i calcoli. Fino a qualche anno fa viveva in un
campo di rifugiati in Tanzania e non è mai andata a scuola perché il padre, che non
disponeva di mezzi economici sufficienti per educare tutti i suoi otto figli, ha preferito
che le ragazze restassero a casa a fare le faccende domestiche mentre i maschi studiavano
in classe. “Ora che ho imparato a leggere e scrivere mi sento una donna più forte
e indipendente e vedo che anche mio marito mi riserva un rispetto maggiore – racconta
Swavis -. Per esempio, se io non sono in casa e ha bisogno di dirmi qualcosa di urgente
prima di uscire, può lasciarmi un bigliettino scritto e sa che io capirò. E a mia
volta lo stesso posso fare io. In più ho imparato a fare i calcoli e i vantaggi li
tocco con mano quando vado al mercato. Prima, magari, mi capitava spesso di essere
imbrogliata dal commerciante che approfittava della mia ignoranza”. Tra i maggiori
ostacoli alla frequenza scolastica femminile in Burundi, ci sono i matrimoni precoci
delle giovani ragazze le quali, di conseguenza, abbandonano la scuola perché i mariti
le vogliono a casa e a lavorare nei campi. Sensibilizzare gli uomini a mandare a scuola
le proprie figlie o le propri mogli è pertanto una missione centrale nel progetto
di educazione del Jrs. Fidel Nahayo è il marito di Swavis e mostra tutto l’orgoglio
di avere una moglie istruita e capace: “Grazie al fatto di saper leggere e scrivere,
Swavis è diventata presidentessa di un’associazione di donne e quando avrà il certificato
di alfabetizzazione del ministero avrà le carte in regola per cercare un lavoro” spiega
l’uomo. “Mi sono convinto di permetterle di frequentare i corsi perché ho riflettuto
sul fatto che io da piccolo ho avuto la possibilità di andare a scuola e tuttora ringrazio
per questo. Quindi ho pensato che fosse giusto che anche lei ricevesse l’istruzione”.
“Esiste una correlazione chiara tra livello di alfabetizzazione e povertà: un Paese
con un alto tasso di scolarizzazione sarà un Paese sviluppato, viceversa un Paese
in cui la maggior parte della gente non sa leggere e scrivere sarà impantanato nella
miseria - è l’analisi del direttore del Jrs Grandi Laghi, padre Tony Calleja -. Il
Burundi non può prescindere dalla via dell’istruzione come fattore chiave del proprio
sviluppo e nel fare questo deve assolutamente puntare sull’aumento del numero di donne
nelle scuole. Rinforzare le donne, infatti, avrà un impatto positivo sulle famiglie,
sugli uomini e sulla società intera”. (R.P.)