Sri Lanka: il cardinale Ranjith difende i pescatori contro i mega progetti turistici
Lo Sri Lanka "ha bisogno di sviluppo", ma che abbia come obiettivo "il benessere del
popolo, nel rispetto di dignità, diritti e libertà di ognuno. Al contrario, decisioni
prese sulla pelle della gente non renderanno il Paese una 'Meraviglia dell'Asia'".
Così il cardinale Malcolm Ranjith, presidente della Conferenza episcopale dello Sri
Lanka, invita il governo a rivedere la propria politica fiscale, denunciando una corsa
allo sviluppo che favorisce le grandi multinazionali, a scapito però di popolazione
ed ecosistema. La zona più colpita da questo "progresso a tutti i costi" - riferisce
l'agenzia AsiaNews - è la laguna di Negombo (Central Province), comunità di pescatori
a maggioranza cattolica, e per questo soprannominata "Little Rome". Per discutere
il problema, il porporato ha organizzato una conferenza stampa al Cardinal Cooray
Educational Centre di Negombo. Nel 2011, il presidente Mahinda Rajapaksa ha avviato
una serie di progetti di sviluppo - soprattutto nell'ambito del turismo - per rendere
lo Sri Lanka una "Meraviglia dell'Asia". Essi prevedono la costruzione i resort e
alberghi di lusso, con l'ambizioso obiettivo di avere 2,5 milioni di turisti entro
il 2016 ed entrate per miliardi di rupie. Gli appalti però sono tutti affidati a grandi
multinazionali straniere: la popolazione locale non è coinvolta in alcuna decisione,
e al massimo viene usata come manodopera. Questo, nonostante i progetti colpiscano
i cittadini con espropri forzati e violazioni di vario genere. Padre Pradeep Chaminda
racconta che "persone influenti gettano i propri scarichi e rifiuti nella laguna di
Negombo". Questo, insieme alla distruzione delle mangrovie, sta causando ingenti danni
all'ecosistema della zona. Se le cose andranno avanti in questo modo, aggiunge il
sacerdote, "la sopravvivenza di 4mila famiglie sarà a rischio". Un'altra questione
delicata riguarda l'aumento del consumo di droga, in particolar modo tra i più giovani.
Padre Terrance Bodiyabaduge accusa polizia e autorità di non occuparsi del problema,
abbandonando la comunità a se stessa. "La sensazione - spiega il sacerdote - è che
ci sia un piano nascosto per distruggere le vite di pescatori, giovani e bambini.
Questa zona era famosa per i liquori tossici, ora per la droga: è una tragedia. I
piccoli sono il futuro della nostra Chiesa". Di recente, anche il Cardinal Cooray
Educational Centre è entrato nel mirino delle autorità, per quel che riguarda l'approvvigionamento
di energia elettrica. Il governo, spiega padre Francis Senanayake, vorrebbe tassarlo
come ente commerciale, ma "in questa struttura formiamo insegnanti; ospitiamo conferenze
e programmi per le famiglie. Non organizziamo attività a scopo di lucro o per finanziarci".
(R.P.)