Nobel Medicina a due ricercatori specialisti in staminali adulte. Commento del
card. Sgreccia
E’ stato assegnato ieri a Stoccolma il Premio Nobel per la Fisiologia e per la Medicina
2012. Il prestigioso riconoscimento è andato a due ricercatori, il britannico John
Gurdon ed il giapponese Shinja Jamanaka, per aver scoperto che le cellule staminali
adulte possono essere riprogrammate diventando pluripotenti, come quelle embrionali,
capaci cioè di trasformarsi in ogni tessuto umano. Il servizio di Giancarlo La
Vella:
Un Premio che,
mai come quest’anno, fa chiarezza su una divisione apparsa già da anni nel mondo della
ricerca medico-scientifica sulle cellule staminali. Da una parte, chi ha puntato esclusivamente
su quelle embrionali - per utilizzare le quali è tuttavia inevitabile sopprimere la
vita dall’embrione stesso - e chi ha invece spostato la ricerca sulle cellule adulte,
tra l’altro con risultati ben più efficaci. Sentiamo il cardinale Elio Sgreccia,
presidente della Fondazione “Ut vitam habeant”:
“Le cellule staminali somatiche
hanno dato per prime - e sempre più significativamente - il loro risultato. Sulle
cellule staminali embrionali rimane, invece, la grave prescrizione etica, perché si
deve passare attraverso l’uccisione dell’embrione per arrivare al prelievo di queste
cellule. Inoltre, non si è avuto ancora alcun successo, mentre si insiste da parte
di molti centri - anche nazionali e internazionali - a sovvenzionare e a spendere
denari che vengono naturalmente sottratti laddove potrebbero invece dare frutto. Quindi,
l’impiego e il perfezionamento dell’applicazione delle cellule staminali somatiche
pluripotenti, hanno già dimostrato la loro validità”.
Per un’efficacia
più completa nella lotta contro il male, occorrerà certamente una sperimentazione
ancora di vari anni. Ma già da ora l’utilizzo delle cellule mature sta da dando risultati
importanti come afferma il prof. Domenico Di Virgilio, presidente dell’Associazione
dei Medici Cattolici Italiani:
“La scienza ha dimostrato che le cellule
programmate possono diventare totipotenti e possono essere utilizzate per la terapia
di molte malattie degenerative, neurologiche - come l’Alzheimer o il Parkinson – molte
malattie tumorali e linfomi, molte malattie che una volta avevano un successo soltanto
dell’1-2 o 3%. Oggi, arriviamo al 75-80%. Si tratta quindi di una scoperta che porterà
sicuramente frutti, anche se non dobbiamo illudere le persone. Già oggi è possibile,
utilizzando le cellule staminali adulte, curare molto malattie contro le quali, finora,
non avevamo sistemi o mezzi”.