2012-10-07 19:37:09

Presidenziali in Venezuela: appello alla calma dall’arcivescovo di Caracas


Venezuela al bivio. 19 milioni di elettori decidono oggi se approfondire il modello antimperialista di Hugo Chavez o voltare pagina dopo 14 anni. Alta l’affluenza alle urne sin dalle prime ore della mattina, il che induce a pensare che l’astensione sarà più bassa del solito. Francesca Ambrogetti: RealAudioMP3

La tensione è forte ma nessun incidente di rilievo finora. “La violenza non vince le elezioni” ha detto oggi l’arcivescovo di Caracas, Jorge Urosa, dopo aver espresso il voto. E ha esortato ad attendere con calma e serenità i risultati. Sei i candidati, ma solo due i protagonisti: il presidente uscente e Henrique Capriles. Lo svantaggio di questo giovane avvocato alla guida di un’ampia coalizione di oppositori, si è assottigliato negli ultimi sondaggi. Alcuni parlano di pareggio tecnico e ipotizzano perfino una storica sconfitta dell’istrionico leader bolivariano. Per il Venezuela, uno dei maggiori produttori di petrolio del mondo, sarebbe un cambiamento epocale, con sicuri riflessi in altri Paesi latinoamericani. E anche per alcuni dei controversi alleati di Caracas in altre aree strategiche. All’esame degli elettori un lungo periodo di governo, nel quale il socialismo del XXI secolo proposto da Chavez è riuscito a dimezzare la povertà ma non a combattere corruzione e violenza. Capriles, che afferma di voler seguire l’esempio di Lula in Brasile, è convinto di poter affrontare queste sfide mentre il leader boliviariano, reduce da un cancro, ha promesso che nei prossimi sei anni sarà un miglior presidente.








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