2012-10-07 12:45:12

Carestia in Niger. Appello del Coopi: salviamo settemila bambini


Salvare settemila bambini in Niger dalla malnutrizione: è lo scopo della campagna che si conclude oggi, lanciata da Coopi, organizzazione umanitaria di cooperazione internazionale, fondata nel 1965 da padre Vincenzo Barbieri. Roberta Gisotti ha intervistato Jacopo Brusca dell’Ufficio relazioni con i donatori:RealAudioMP3

R. – Il Niger, purtroppo, come il Sahel, la zona in cui è inserito questo Paese, che va dall’Ovest all’Est dell’Africa, sta affrontando un periodo di grave carestia e, quindi, conseguentemente, di malnutrizione, dovuta all’assenza delle materie prime, quindi del grano, a causa del raccolto scarso, e conseguentemente all’aumento dei prezzi del cibo. I bambini, dunque, sono le persone più colpite, la fascia più debole.

D. – Il vostro sostegno sarà rivolto anche alle mamme...

R. – Quello che facciamo nel progetto su cui stiamo lavorando, allestito nel distretto di Tillabéri nel sudovest del Niger, al confine con la Sierra Leone, prevede interventi di prima necessità e più urgenti a tutela della vita dei bambini stessi, evitando che si possano ripetere. Quindi, si interviene sull’alimentazione della madre, che sta per avere un bambino - perché una madre malnutrita può generare a sua volta un figlio malnutrito - ma si fanno anche dei corsi di formazione, perché uno dei grossi problemi della malnutrizione è la disinformazione che patiscono le madri stesse. Tante volte, infatti, portano il bambino ai centri nutrizionali quando ormai è troppo tardi, perché non sanno individuare le condizioni di malnutrizione dei loro figli.

D. – Dott. Brusca, come si aderisce alla campagna?

R. – Attraverso un sms solidale, con una donazione di 2 o 5 euro, digitando il 45509, che è il numero solidale che abbiamo a disposizione fino al 7 ottobre. L’emergenza è drammatica e quindi serve un aiuto concreto e immediato.

D. – Come portate direttamente le somme raccolte alle popolazioni del Niger?

R. – Tenga presente che il Coopi usa il 94% della donazione stessa, mentre solo un 6% viene utilizzato per finanziare la struttura. E’ una cifra molto, molto virtuosa perché ci sono associazioni, di cui ovviamente non faccio il nome, che hanno però una suddivisione della donazione molto diversa, che arriva tra l’80 e il 20%, e solo l’80% va sul progetto. Per cui chiunque potrà donare, sarà certo che donando un euro 94 centesimi della donazione andranno direttamente in aiuto, in questo caso, dei bambini del Niger.

D. – Agite in Niger attraverso uffici in sede, attraverso reti di organizzazioni in loco, anche attraverso il governo?

R. – Quello che cerca di fare Coopi è sicuramente legarsi ad associazioni locali, proprio perché è importante operare in questo ambiente non soltanto attraverso associazioni che lavorano nel Nord del mondo, ma che lavorano anche nel Sud del mondo, avendo un’idea e una percezione del lavoro necessario ad aiutare queste persone più diretto e più immediato. Noi abbiamo il nostro ufficio in Niger e abbiamo deciso di svilupparlo proprio per far fronte a questa crisi. Operiamo in partenariato con le associazioni in loco, perché la collaborazione e il partenariato sono fondanti e fondamentali per Coopi.







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