Carestia in Niger. Appello del Coopi: salviamo settemila bambini
Salvare settemila bambini in Niger dalla malnutrizione: è lo scopo della campagna
che si conclude oggi, lanciata da Coopi, organizzazione umanitaria di cooperazione
internazionale, fondata nel 1965 da padre Vincenzo Barbieri. Roberta Gisotti
ha intervistato Jacopo Brusca dell’Ufficio relazioni con i donatori:
R. – Il Niger,
purtroppo, come il Sahel, la zona in cui è inserito questo Paese, che va dall’Ovest
all’Est dell’Africa, sta affrontando un periodo di grave carestia e, quindi, conseguentemente,
di malnutrizione, dovuta all’assenza delle materie prime, quindi del grano, a causa
del raccolto scarso, e conseguentemente all’aumento dei prezzi del cibo. I bambini,
dunque, sono le persone più colpite, la fascia più debole.
D. – Il vostro sostegno
sarà rivolto anche alle mamme...
R. – Quello che facciamo nel progetto su cui
stiamo lavorando, allestito nel distretto di Tillabérinel sudovest del Niger,
al confine con la Sierra Leone, prevede interventi di prima necessità e più urgenti
a tutela della vita dei bambini stessi, evitando che si possano ripetere. Quindi,
si interviene sull’alimentazione della madre, che sta per avere un bambino - perché
una madre malnutrita può generare a sua volta un figlio malnutrito - ma si fanno anche
dei corsi di formazione, perché uno dei grossi problemi della malnutrizione è la disinformazione
che patiscono le madri stesse. Tante volte, infatti, portano il bambino ai centri
nutrizionali quando ormai è troppo tardi, perché non sanno individuare le condizioni
di malnutrizione dei loro figli.
D. – Dott. Brusca, come si aderisce alla campagna?
R.
– Attraverso un sms solidale, con una donazione di 2 o 5 euro, digitando il 45509,
che è il numero solidale che abbiamo a disposizione fino al 7 ottobre. L’emergenza
è drammatica e quindi serve un aiuto concreto e immediato.
D. – Come portate
direttamente le somme raccolte alle popolazioni del Niger?
R. – Tenga presente
che il Coopi usa il 94% della donazione stessa, mentre solo un 6% viene utilizzato
per finanziare la struttura. E’ una cifra molto, molto virtuosa perché ci sono associazioni,
di cui ovviamente non faccio il nome, che hanno però una suddivisione della donazione
molto diversa, che arriva tra l’80 e il 20%, e solo l’80% va sul progetto. Per cui
chiunque potrà donare, sarà certo che donando un euro 94 centesimi della donazione
andranno direttamente in aiuto, in questo caso, dei bambini del Niger.
D. –
Agite in Niger attraverso uffici in sede, attraverso reti di organizzazioni in loco,
anche attraverso il governo?
R. – Quello che cerca di fare Coopi è sicuramente
legarsi ad associazioni locali, proprio perché è importante operare in questo ambiente
non soltanto attraverso associazioni che lavorano nel Nord del mondo, ma che lavorano
anche nel Sud del mondo, avendo un’idea e una percezione del lavoro necessario ad
aiutare queste persone più diretto e più immediato. Noi abbiamo il nostro ufficio
in Niger e abbiamo deciso di svilupparlo proprio per far fronte a questa crisi. Operiamo
in partenariato con le associazioni in loco, perché la collaborazione e il partenariato
sono fondanti e fondamentali per Coopi.