2012-10-07 14:31:41

Adozioni: Tar impone realizzazione della banca dati. Esulta Ai.Bi.


Il destino di centinaia di bambini abbandonati, ospiti delle strutture residenziali di tutta Italia, potrebbe cambiare. Il Tar del Lazio, infatti, di recente ha accolto il ricorso dell’Associazione Amici dei Bambini (Ai.Bi.) contro il Ministero della giustizia che - incaricato dalla legge 149 a creare la banca dati dei minori adottabili - in 10 anni non ha portato a termine il suo compito. Ora, lo dovrà fare entro 90 giorni. Grande la soddisfazione dell’Associazione. Al microfono di Adriana Masotti, il presidente di Ai.Bi., Marco Griffini:RealAudioMP3

R. – E’ la conclusione di una battaglia lunghissima, durata dieci anni. Questa banca dati dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione era prevista da questa legge del 2000 – la 149 – la famosa legge chiamata “chiusura degli istituti”, ed era proprio pensata per favorire le adozioni, mettendo in rete i 29 tribunali dei minorenni. Purtroppo, di anno in anno abbiamo visto che, nel Ministero di Giustizia, questa banca dati, per motivi futili, non veniva fatta e quindi siamo dovuti ricorrere alla giustizia amministrativa, la quale ci ha dato ragione.

D. – A che cosa servirà questa banca dati?

R. – Pensi che in Italia, dalle informazioni che vengono prese dai vari tribunali, ci sono centinaia di bambini che non vengono adottati, perché nel tribunale di competenza - dove risiede quel bambino dichiarato adottabile - non c’è una coppia disponibile all’adozione. Lei si figuri che noi come Amici dei bambini alle volte inviamo in Brasile, piuttosto che in Russia, coppie che vanno ad adottare bambini di dieci, nove, dodici anni, quando sappiamo con certezza che ci sono dei bambini nei tribunali italiani. Il problema è che non sono in rete e che se c’è una coppia disponibile a Palermo e il bambino risiede a Milano, i tribunali non parlandosi fanno sì che quella coppia non l’adotti e che il bambino resti senza famiglia.

D. – Stiamo parlando delle adozioni nazionali: qual è la situazione oggi, quale il numero dei minori fuori famiglia?

R. – Noi sinceramente abbiamo solamente delle stime dei minori che attualmente sono fuori famiglia. Si parla di qualcosa come di 35 mila minori che vivono accolti nelle case famiglia, nelle comunità educative e nelle famiglie affidatarie. Ora, indubbiamente, questa banca dati dovrebbe portare chiarezza e innanzitutto far sapere se questi bambini possono essere adottati o meno. Sappiamo purtroppo che le comunità educative sono sempre più piene, perché abbiamo un dato sicuro: dieci anni fa i bambini fuori famiglia erano 28 mila e noi pensavamo e speravamo che, con la legge sulla chiusura degli istituti, questo numero diminuisse. Purtroppo le stime dicono che sono in aumento.

D. – Ma gli istituti sono stati chiusi veramente?

R. – Gli istituti così propriamente detti - l’istituto in Italia, per definizione, è una comunità educativa che accoglie contemporaneamente più di dodici bambini - formalmente sono stati chiusi, nel senso che non ci sono più realtà con 50, 100, 200 bambini come era dieci anni fa. Ci sono però queste comunità educative, le quali magari molte volte sono una semplice conversione degli istituti. Ad esempio, può succedere che al primo piano c’è una comunità con dodici bambini, al secondo piano una comunità con altri dodici bambini, al terzo un’altra e magari con i servizi in comune, per cui effettivamente dovrebbe essere svolta un’indagine per capire se effettivamente poi c’è stata la chiusura. Dal nostro punto di vista, ogni bambino fuori famiglia deve stare in una famiglia. E’ il rilancio dell’affido o è l’avvento di queste case famiglia, ma case veramente a misura di famiglia, dove l’accoglienza sia dedicata e svolta da una famiglia in carne ed ossa.

D. – Famiglie e coppie che desiderano adottare o prendere in affidamento ce ne sono?

R. – Purtroppo, stiamo assistendo a una diminuzione. Siamo passati dalle 16 mila domande delle coppie che nel 2003 chiedevano di adottare un bambino a livello nazionale, alle 9 mila del 2006. Quindi, c’è stato un crollo verticale. Quali possono essere le cause? La causa è una sfiducia nei confronti dell’istituto dell’adozione. Purtroppo, in Italia, anche per il fatto che mancava questa banca dati, le adozioni non erano più di mille all’anno, per cui le coppie nel pericolo o nella sfiducia di rimanere anni e anni in attesa addirittura rinunciavano a questa forma di accoglienza. E mentre è diminuita la richiesta di adozione, è aumentato contemporaneamente il ricorso alle pratiche di fecondazione assistita. Quindi, vuol dire proprio che si sta minando alla base la fiducia nell’accoglienza di un minore, di un minore abbandonato. Nella mia esperienza di 30 anni di padre adottivo, posso ormai dire che l’adozione di un bambino abbandonato credo sia il più grande atto di giustizia che una persona possa mai compiere nella propria vita.







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