Pd: anche Renzi alle primarie. Alemanno chiede la rifondazione del Pdl
I delegati del Pd, riuniti a porte chiuse all'hotel Ergife di Roma, hanno approvato
a larghissima maggioranza la modifica dello statuto che permette anche ad altri esponenti
del partito di candidarsi alle primarie del centrosinistra. Nel Pdl, intanto, si pensa
al futuro del centrodestra. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L'assemblea
nazionale del Pd ha approvato la modifica dell’articolo 18 dello statuto ammettendo
la possibilità che a candidarsi alle prossime primarie del centrosinistra siano, oltre
al segretario, altri membri del partito tra cui il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
Via libera anche al documento che dà mandato al segretario, Pier Luigi Bersani, a
trattare al tavolo delle primarie con le altre forze della coalizione e a definire
insieme agli alleati il manifesto politico delle alleanze. Sono stati inoltre ritirati
gli emendamenti sulle modalità di votazione alle primarie. Pier Luigi Bersani, commentando
l’esito dell’assemblea, ha detto che il Pd si conferma “l’unico grande partito in
Italia capace di discutere e decidere sul serio”. Sull’altro versante, intanto, appare
sempre più plausibile per il Pdl, ancora scosso dallo scandalo alla regione Lazio,
uno spacchettamento in liste e listini riuniti sotto il simbolo del centrodestra.
Un’altra ipotesi è quella della nascita di un nuovo contenitore molto simile a “Forza
Italia”. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, si augura che “il Pdl tutto insieme
affronti l'azzeramento e la rifondazione”. L’ex ministro Giulio Tremonti illustrando
il suo nuovo movimento “Lista, Lavoro e Libertà”, che viene presentato oggi e domani
a Riccione, ha detto infine che in un anno di governo Monti ci sono state “troppe
tasse e troppa paura”. La priorità – ha spiegato Tremonti – è partire dai giovani.