Il commento di padre Secondin al Vangelo della domenica
Nella 27.ma domenica del tempo ordinario, il brano del Vangelo di Marco presenta l’episodio
in cui alcuni farisei avvicinano Gesù e per metterlo alla prova gli domandano se sia
lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma Cristo risponde loro: “L'uomo
lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne
sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che
Dio ha congiunto”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo la riflessione
del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale
alla Pontificia Università Gregoriana:
Tema delicato
e insieme spinoso quello del Vangelo: la fedeltà solida nella vita matrimoniale. I
farisei sembrano interessati solo a giocare con i drammi, a provocare Gesù con questioni
che meriterebbero molta più delicatezza e rispetto. Per loro il legame reciproco sta
in piedi solo se il marito vuole, lui ha la libertà di romperlo come gli pare, anche
per un capriccio. Una visione puramente maschilista.
Gesù vuole riportare al
sogno iniziale di Dio: una unione che fonde insieme carne e cuore, sogni e fecondità;
fusione che riempie la vita e non la imprigiona, assume la vita dell’altro come parte
della propria, una dualità che è come salvezza al mio fianco. Gesù invita allo stupore
e alla meraviglia per questo cercarsi e donarsi che, nonostante tutte le crisi e le
ferite, sempre fiorisce e può rifiorire ancora attraverso il perdono e la grazia di
cuori abitati dalla grazia di Dio, puliti, sereni e solidi.
L’abbraccio finale
ai bambini completa l’insegnamento: accettare i bambini, amarli con cuore generoso
e sincera tenerezza fa parte del regno che viene. Gesù ne è esempio e prova: li prendeva
fra le braccia, li benediceva. Che bello!