Cortile dei Gentili, cardinale Ravasi: serve un risveglio etico contro spreco di denaro
pubblico ed evasione
Si è chiusa stasera ad Assisi una nuova tappa del “Cortile dei Gentili” dedicata al
tema “Dio questo sconosciuto”. Per due intense giornate la struttura vaticana dedicata
al dialogo con i non credenti ha radunato nella città di San Francesco 40 relatori
per nove incontri su temi spirituali, culturali ma anche sociali ed economici. Il
servizio del nostro inviato, Fabio Colagrande:
Dal Sacro Convento,
alla Basilica superiore affrescata da Giotto, fino al vero e proprio cortile della
piazza inferiore di San Francesco, il Cortile di Assisi anima i luoghi simbolici della
città rilanciando quel dialogo che va oltre la fede, per ritrovare l’antropologia
di base evocata già nel colloquio inaugurale tra Napolitano e il card. Ravasi. Tutto
esaurito per uno degli incontri più seguiti dedicato a ‘Contemplazione e meditazione’,
con il filosofo Giorello e il priore di Bose, Bianchi. “Contemplare – ha ricordato
quest’ultimo - significa sempre rivolgersi a ‘un altro’. Anche se questo ‘altro’ per
i non credenti non ha la maiuscola”. Gli ha fatto eco Giorello ribadendo l’idea di
contemplazione come attività che unisce gli uomini ‘intelligenti’, disposti a ‘intelligere’
le ragioni degli altri. Nel pomeriggio in piazza si parla del ‘Grido dei poveri’ e
l’economista Bruni sottolinea come la povertà nasca da un rapporto politico, relazionale
malato. La diseguaglianza non dipende dal Pil e se non c’è l’abbraccio al lebbroso
di Francesco non bastano gli investimenti per combatterla. In chiusura, incontrando
Ravasi in basilica il ministro dello Sviluppo economico Passera rilancia l’appello
all’unità per contrastare la crisi già evocato da Napolitano. “L’Italia uscirà' dalla
crisi – ricorda il ministro - con un progetto, che, come nel dopoguerra o negli anni
bui del terrorismo, riguardi l'intera società' in tutti i suoi settori". Dal canto
suo il cardinale, citando San Paolo, riconosce che la Chiesa dovrebbe contribuire
al risveglio etico condannando a voce più alta lo spreco del denaro pubblico e l’evasione
fiscale. Se non si pagano le tasse, non basta poi fare beneficenza. Resta un peccato.