Anche Renzi alle primarie del Pd e mentre il Pdl pensa al futuro, sulla scena si affaccia
Tremonti
I delegati del Pd, riuniti a porte chiuse all'hotel Ergife di Roma, hanno approvato
a larghissima maggioranza la modifica dello statuto che permette anche ad altri esponenti
del partito di candidarsi alle primarie del centrosinistra. Nel Pdl, intanto, si pensa
al futuro del centrodestra. Il servizio di Adriana Masotti:
L'assemblea
nazionale del Pd ha approvato la modifica dell’articolo 18 dello statuto ammettendo
che a candidarsi alle prossime primarie del centrosinistra siano, oltre al segretario,
altri membri del partito tra cui il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Via libera anche
al documento che dà mandato al segretario, Pier Luigi Bersani, a trattare al tavolo
delle primarie con le altre forze della coalizione e a definire insieme agli alleati
il manifesto politico delle alleanze. Sul versante del Pdl, intanto, appare sempre
più plausibile per il partito ancora scosso dallo scandalo alla regione Lazio, vada
incontro ad uno spacchettamento in liste e listini riuniti sotto il simbolo del centrodestra,
o dia vita ad un nuovo contenitore simile a “Forza Italia”. A Riccione la presentazione
del nuovo movimento 3L (Lista, Lavoro e Libertà) fondato dall’ex ministro Giulio Tremonti
il quale ha detto che in un anno di governo Monti ci sono state “troppe tasse e troppa
paura”. Ciò che si deve fare, ha spiegato Tremonti, è parlare di cose concrete e puntare
sui giovani e sul lavoro. Critico anche Nichi Vendola che ad Ercolano, aprendo la
campagna elettorale per le primarie del centrosinistra, afferma: "La crisi è tale
solo per una parte della società (...) i poveri pagano più dei ricchi il prezzo di
una crisi di cui non hanno alcuna responsabilità”.