Umbria: convegno su Carlo Carretto e le speranze dell’uomo di oggi
Si tiene oggi e domani a Foligno e Spello, in Umbria, un Convegno di studio su Carlo
Carretto, promosso dall’Azione Cattolica. L’evento vuole sottolineare, in particolare,
il legame tra la figura di “Fratel Carlo” e il Concilio Vaticano II. Attraverso tavole
rotonde e incontri con i giovani, si ripercorrerà la parabola religiosa di Carretto
dall’impegno in Azione Cattolica alla fondazione dei Piccoli fratelli di Charles de
Foucald. All’evento, interviene anche lo storico Paolo Trionfini, vicepresidente
di Azione Cattolica e autore di una biografia su Carlo Carretto. Alessandro Gisotti
gli ha chiesto di soffermarsi sull’attualità della testimonianza di Carretto:
R. – L’attualità
forse è data proprio dalle parole gioia e speranza, nel senso che l’annuncio del Vangelo
va fatto attraverso la gioia, attraverso la speranza e queste erano le parole che
riuscivano a parlare agli uomini con cui Carretto ha vissuto e che forse ancora oggi
sono il modo migliore per comunicare e per entrare in relazione con le persone: attraverso
la gioia e la speranza, spazi che si aprono con il Vangelo di Gesù.
D. – A
giorni, celebreremo il 50.mo anniversario dell’apertura del Concilio: può parlarci
del legame tra Carretto e questo epocale evento ecclesiale?
R. – E’ un legame
singolare, nel senso che negli anni della celebrazione del Concilio Vaticano II, Carretto
ha vissuto tra un eremo e l’altro, tra una fraternità e l’altra girovagando per l’Europa,
ma anche in Algeria compiendo soggiorni romani e accompagnando il superiore dei Piccoli
Fratelli. Forte anche delle sue conoscenze, che aveva acquisito negli anni della responsabilità
dell’Azione Cattolica, incontrò i Padri conciliari, i vescovi che venivano a Roma
da tutto il mondo, convocati da Giovanni XXIII prima e da Paolo VI poi. Quindi, Carretto
visse in presa diretta alcuni momenti del Concilio, riuscendo a comprendere che si
stava aprendo una nuova stagione nella vita della Chiesa attraverso la quale, poi,
la Chiesa stessa offriva una nuova risposta. Ci sono pagine del suo diario molto intense,
nelle quali descrive questo vento che stava spirando nella vita della Chiesa: vento
che soffiava come una nuova Pentecoste per annunciare il Vangelo agli uomini.
D.
– Carretto è anche un esempio di impegno civile, dello stare nel mondo pur non essendo
del mondo: un qualcosa di cui si sente tanto bisogno in questo momento…
R.
– Carretto capiva che il Regno di Dio – e questo lo scrive con parole anche molto
forti – progredisce ogni volta che "un fatto concreto" – così lo definisce – viene
realizzato dall’uomo in risposta alla chiamata di Dio. Allora, vedeva l’impegno nel
mondo proprio come una dilatazione del Regno di Dio, pur non sovrapponendo ambiti
che non erano propri del vissuto religioso, senza piegarsi ad una logica mondana.