2012-10-05 18:59:47

Scuola, scontri tra studenti e polizia. La Cisl: Violenza da condannare sempre


Momenti di tensione e scontri con le forze dell'ordine in diverse città italiane per la prima grande manifestazione studentesca del nuovo anno scolastico. Nel mirino della protesta, il governo, i tagli all'istruzione e la crisi economica. Per il ministro dell’Istruzione Profumo le ragioni di chi protesta sono più forti se non sono accompagnate dalla violenza. Alessandro Guarasci RealAudioMP3

La tensione era alta fin dalla vigilia delle manifestazioni ma nessuno poteva pensare che potessero scoppiare disordini. La città più calda è stata Roma, dove un migliaio di ragazzi sono riusciti a raggiungere la sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere scandendo slogan contro Monti e l’Unione Europea. Quando, a Porta Portese, hanno cercato di sfondare il cordone di polizia che chiudeva l'accesso a via Portuense sono stati respinti con alcune cariche di contenimento: quattro poliziotti, tra cui un funzionario, sono rimasti contusi in modo lieve. Sequestrati due scudi in plexiglass, pietre e bastoni. A Torino hanno sfilato in circa 500, dietro lo striscione “Contro crisi e austerità riprendiamoci scuola e città”. Anche là tafferugli e lanci di uova. A Milano il corteo dei liceali ha mandato il traffico in tilt: i problemi maggiori si sono avuti quando uno dei due tronconi si è diretto verso il palazzo della Regione. Una decina i feriti. Tafferugli anche a Palermo e a Bologna. Il ministro dell’Istruzione Profumo condanna la violenza. Sulla stessa linea i partiti, anche se il Pd, l’Idv e i sindacati chiedono di ascoltare le ragioni degli studenti. Giorgio Schrima, segretario confederale Cisl
R. - Gli studenti hanno tutto il sacrosanto diritto di protestare per avere una scuola migliore. Se poi le motivazioni delle proteste sono quelle di sostenere che questo non è un governo ma una dittatura, che dobbiamo uscire fuori dall’Europa, che si buttano i petardi contro una sede istituzionale come nel caso delle sedi di Equitalia dove purtroppo si sono verificati degli atti delinquenziali nei mesi passati, mi pare che gli atti delle manifestazioni odierne non siano coerenti con le motivazioni che possono anche essere nobili.

D. - Diciamo che le manifestazioni di oggi in questo senso hanno deviato da quelle che erano le motivazioni originarie. Però, la scuola italiana continua a vivere un momento di sofferenza: basta solo guardare agli edifici che non sono a norma.

R. - La scuola italiana da tanti anni, da lustri, viene considerata come luogo di spesa e non come luogo di investimento. Oggi la competitività a livello internazionale la vincono i Paesi ricchi di materia grigia, non quelli ricchi di materia prima. Purtroppo la materia grigia non si estrae dal sottosuolo, si cura, si forma nella scuola, nelle università con la ricerca. E la scuola ha subito tagli micidiali in questi anni che l’hanno messa in ginocchio. Il problema dell’edilizia scolastica è uno dei tanti problemi che abbiamo; basta pensare che più del 54 per cento dei nostri edifici non sono a norma, quasi tutti gli edifici dagli anni ’50 agli anni ’80, non sono a norma. Quindi una scuola efficiente, è anche una scuola che sia strutturalmente adeguata ad ospitare i ragazzi e che sia in grado di attivare percorsi educativi e formativi. A questo si sono poi aggiunti i tagli alle risorse economiche e quelli alle risorse professionali. Non dimentichiamo che nell’ultimo triennio del precedente governo, la scuola ha subito otto miliardi e 400 milioni di tagli. Non è così che un Paese può progettare il suo futuro. Non è così che si progetta il futuro dei giovani che è anche quello del Paese. Fermo restando che sono motivazioni sacrosante, ma la violenza è da condannare.








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