In Niger 7mila minori malnutriti: l’impegno dell’organizzazione Coopi
7mila bambini in Niger soffrono di malnutrizione. Continua fino al 7 ottobre la campagna
lanciata dall’organizzazione umanitaria di cooperazione internazionale Coopi per tentare
di salvarli. Coopi è presente nel Paese dell’Africa occidentale con un programma di
assistenza ai minori e alle loro madri. Roberta Gisotti ha intervistato Jacopo
Brusca, dell’ufficio relazioni con i donatori: R. – Il Niger,
purtroppo, come il Sael, la zona in cui è inserito questo Paese, che va dall’Ovest
all’Est dell’Africa, sta affrontando un periodo di grave carestia e, quindi, conseguentemente,
di malnutrizione, dovuta all’assenza delle materie prime, quindi del grano, a causa
del raccolto scarso, e conseguentemente all’aumento dei prezzi del cibo. I bambini,
dunque, sono le persone più colpite, la fascia più debole.
D. – Il vostro sostegno
sarà rivolto anche alle mamme...
R. – Quello che facciamo nel progetto su cui
stiamo lavorando, che è un progetto che si trova nel distretto di Tillabéri,quindi
nel Sud-Ovest del Paese del Niger, al confine con la Sierra Leone, sono interventi
di prima necessità e più urgenti, appunto salvando la vita dei bambini stessi, evitando
che questo si possa ripetere. Quindi, si interviene sull’alimentazione della madre,
che sta per avere un bambino - perché una madre malnutrita può generare a sua volta
un figlio malnutrito - ma si fanno anche dei corsi di formazione, perché uno dei grossi
problemi della malnutrizione è la disinformazione che hanno le madri stesse. Tante
volte, infatti, portano il bambino ai centri nutrizionali, quando ormai è troppo tardi,
perché non sanno identificare le condizioni di malnutrizione dei loro figli.
D.
– Dott. Brusca, come si aderisce alla campagna?
R. – Attraverso un sms solidale,
con una donazione di 2 o 5 euro, digitando il 45509, che è il numero solidale che
abbiamo a disposizione fino al 7 ottobre. L’emergenza è drammatica e quindi serve
un aiuto concreto e immediato.
D. – Come portate direttamente le somme raccolte
alle popolazioni del Niger?
R. – Tenga presente che il Coopi usa il 94 per
cento della donazione stessa, mentre solo un 6 per cento viene utilizzato per finanziare
la struttura. E’ una cifra molto, molto virtuosa perché ci sono associazioni, di cui
ovviamente non faccio il nome, che hanno però una suddivisione della donazione molto
diversa, che arriva tra l’80 e il 20 per cento, e solo l’80 per cento va sul progetto.
Per cui chiunque potrà donare, sarà certo che, donando un euro, 94 centesimi della
donazione andranno direttamente in aiuto, in questo caso, dei bambini del Niger.
D.
– Agite in Niger attraverso uffici in sede, attraverso reti di organizzazioni in loco,
anche attraverso il governo?
R. – Quello che cerca di fare Coopi è sicuramente
legarsi ad associazioni locali, proprio perché è importante operare in questo ambiente,
non soltanto attraverso associazioni che lavorano nel Nord del mondo, ma che lavorano
anche nel Sud del mondo, avendo un’idea e una percezione del lavoro, che bisogna fare
per poter aiutare queste persone, più diretto e più immediato. Noi abbiamo il nostro
ufficio in Niger, e abbiamo deciso di svilupparlo proprio per far fronte a questa
crisi. Operiamo in partenariato con le associazioni in loco, perché la collaborazione
e il partenariato sono fondanti e fondamentali per Coopi.