Il Papa a Loreto: senza Dio l'egoismo prevale sull'amore
“Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società,
l’Incarnazione del Figlio di Dio” ci invita alla speranza, ci dice che anche nei momenti
difficili non siamo soli: è quanto ha detto il Papa ieri durante la Messa a Loreto
in occasione dei 50 anni del viaggio nella città marchigiana di Giovanni XXIII e per
raccomandare alla Vergine il Sinodo sulla nuova evangelizzazione e l’Anno della Fede.
Benedetto XVI ha affidato alla Madre di Dio le difficoltà che vive il nostro mondo
alla ricerca della pace e i problemi delle famiglie e dei giovani che guardano al
futuro con preoccupazione. Circa diecimila i fedeli presenti. Il servizio del nostro
inviato Alessandro Guarasci:
Per Loreto,
per le migliaia di pellegrini che ogni anno arrivano qui per pregare nella Santa Casa
oggi è una giornata di festa. Sono almeno in cinquemila nella piazza antistante la
Basilica e altrettanti nelle vie limitrofe al Santuario, dove sono stati allestiti
due grandi maxischermi. La folla saluta con gioia il Papa quando entra nella piazza,
ricalcando le orme di Giovanni XXIII che 50 anni fa arrivò a Loreto per affidare alla
Vergine il Concilio Vaticano II. Benedetto XVI si sofferma in preghiera nella canta
Casa, celebra la Messa sul sagrato della Basilica, ribadendo che “senza Dio l’uomo
finisce per far prevalere il proprio egoismo sulla solidarietà e sull’amore, le cose
materiali sui valori, l’avere sull’essere”:
“Bisogna ritornare a Dio perché
l'uomo torni ad essere uomo. Con Dio anche nei momenti difficili, di crisi, non viene
meno l’orizzonte della speranza: l’Incarnazione ci dice che non siamo mai soli, Dio
è entrato nella nostra umanità e ci accompagna”.
L’umanità vede venire
meno tanti punti fermi, ma nulla è perduto se si segue il Vangelo. Benedetto XVI poi
si rivolge direttamente ai pellegrini: dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che siamo
tutti a casa. Ed è la fede che può determinare la vera svolta della nostra vita, anche
se a volte “abbiamo paura che la presenza del Signore possa essere un limite alla
nostra libertà”:
“Ma è proprio Dio che libera la nostra libertà, la libera
dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende
capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono
di sé, dell’amore, che si fa servizio e condivisione”.
Poi il Papa mette
in luce una particolarità della Santa Casa di Loreto: essa fu collocata su una strada.
E questo sta a significare che “non è una casa privata, non appartiene a una persona
o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla
strada di tutti noi”. Ed allora, ecco l’affidamento a Maria:
“In questo
pellegrinaggio vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che
vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace, i problemi di tante famiglie
che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla
vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore”.
Ma
il Papa affida alla Madonna anche questo tempo di grazia per la Chiesa: tra pochi
giorni infatti si apre l’Anno della fede e il Sinodo dei Vescovi. Due avvenimenti
importanti che hanno come fine ultimo la nuova evangelizzazione.
Al termine
della Messa, il pranzo al Centro "Giovanni Paolo II", con il saluto agli organizzatori
della visita. Alle 17.00, la partenza in elicottero da Loreto e il rientro in Vaticano
dopo circa un'ora.