Siria: arcivescovo greco-ortodosso chiede la fine dell'invio delle armi
“Un esplosione forte, fortissima e altre due in sequenza. I vetri delle finestre hanno
tremato, qui siamo vicini al punto in cui è avvenuta la deflagrazione in piazza Saad
Allah al Jabri, nel pieno centro di Aleppo”: a raccontare all'agenzia Misna l’ultimo
drammatico episodio avvenuto ieri mattina nella seconda città del paese è mons. George
Tauma Abu Zakhem, arcivescovo greco-ortodosso di Homs. “Sono dovuto riparare qui dopo
l’offensiva su Homs. Ho lasciato una città in fiamme e ora mi trovo in una città in
fiamme. Dovete riportare il mio appello all’Occidente e al mondo: basta inviare armi
in Siria! Stanno distruggendo un Paese meraviglioso, culla di civiltà e tradizioni
antichissime, oltre a provocare la morte di migliaia di innocenti”. Secondo le prime
ricostruzioni in circolazione sulla stampa internazionale, le deflagrazioni sarebbero
state provocate da due autobombe con l’obiettivo di colpire una sede del circolo degli
ufficiali del partito Baath. Nessuno vuole intervenire. C’è chi invia armi, a una
parte e all’altra, e nessuno dice niente” denuncia il religioso che sull’incendio
al mercato della città, dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità aggiunge: “Hanno
distrutto una perla di bellezza che attirava milioni di visitatori da tutto il mondo.
Hanno saccheggiato, depredato, ucciso persone innocenti, e tutto questo senza che
nessuno muova un dito per fermare questo scempio. La disgrazia si è abbattuta su questo
povero Paese”. (R.P.)