Perù: vertice Aspa tra Stati arabi e latinoamericani. L'esperto: un segno della globalizzazione
Si è concluso martedì a Lima, in Perù, il terzo vertice dell’Aspa, l’Associazione
internazionale dei Paesi arabi e latinoamericani. Al centro dei lavori, la Siria e
le vicende della "primavera araba", ma anche i rapporti economico-commerciali tra
le due aree. Nella dichiarazione finale, si esorta il mondo a perseguire la pace,
il disarmo, la non proliferazione nucleare, il rispetto dei diritti umani e la lotta
al terrorismo. Quali le possibilità di dialogo tra due regioni così lontane? Giancarlo
La Vella lo ha chiesto all’economista Riccardo Moro:
R. – Il punto
di contatto fondamentale è la globalizzazione, cioè il fatto che oggi, in un quadro
d’interdipendenze generali, tutti si affaccino a una corresponsabilità nel prendere
decisioni riguardanti il futuro del pianeta, e tutti - in un riequilibrio dei poteri
che si sta determinando - ritengano giustamente di poter dire la propria. Quindi,
vediamo che il gruppo latinoamericano ha grandi iniziative politiche, in questo momento,
volte a costruire relazioni non più solo con il Nord America o l’Europa, ma con l’Asia,
con l’Africa, con la Cina e certamente con il mondo arabo, e viceversa. Gli arabi,
dunque, cercano alleanze in America Latina per legittimare e difendere percorsi -
in modo particolare palestinesi - e comunque per lo sviluppo del futuro mediorientale,
in un quadro che non sia dominato esclusivamente da Israele. Al di là di questo, c’è
poi il tema più economico dell’energia, dell’esportazione del petrolio e del gas,
affinché non passi attraverso le grandi compagnie occidentali.
D. – Possiamo
dire che a Lima si è incontrato gran parte del mondo di domani. Da una parte, i Paesi
di nuova formazione, con la primavera araba, dall’altra alcuni dei Paesi in via di
sviluppo, che stanno facendo registrare grossi progressi...
R. – Per certi
aspetti sì, non vi è dubbio che l’America Latina in questo momento sia una terra di
sperimentazione dei nuovi percorsi di partecipazione. Questa è esattamente la sfida
che oggi stanno affrontando i Paesi arabi. Il mondo arabo può produrre, com’è stato
in Europa molti decenni fa, nuovi percorsi di democrazia interessanti, che guardano
al di fuori dei propri confini, per arricchirsi e magari per provocare nuovi assetti
di concertazione. In questo senso, io trovo molto interessante che ci sia questo dialogo.
Credo che Paesi come l’Europa o il blocco nordamericano debbano aprire il più possibile
dialoghi con tavole di questo tipo, in una logica di concertazione, in cui si possa
costruire meglio il mondo di domani, e in cui ci si faccia influenzare anche nei nostri
modelli di democrazia.