''Li hanno chiamati per nome e poi li hanno uccisi''. A poche ore dalla strage di
studenti, avvenuta nella notte, ad opera di un commando all'interno di un campus
del Politecnico federale a Mubi, nello Stato di Adamawa, nell'est della Nigeria, emergono
drammatiche testimonianze. Una mattanza - riferisce l'agenzia Ansa - avvenuta a
pochi giorni dall'uccisione di un capo del gruppo fondamentalista islamico dei Boko
Haram e dall'arresto di oltre 150 presunti membri della stessa organizzazione, sempre
nella stessa zona. Si erano da poco concluse le celebrazioni per la festa dell'indipendenza
della Nigeria, quando un gruppo di uomini armati si e' introdotto nel campus e ha
aperto il fuoco massacrando almeno 26 persone, in maggioranza studenti. ''Gli assalitori
hanno chiamato con nome e cognome le loro vittime'', ha spiegato Mohammed Ibrahim,
portavoce della polizia dello Stato di Adamawa - scrive la Bbc online - e tutto cio'
fa pensare a una vera e propria esecuzione. Secondo la stessa fonte, ventidue delle
vittime sono studenti, mentre le altre sono due guardie di sicurezza e un uomo residente
nella zona. Agghiacciante la ricostruzione fatta da un altro testimone: ha riferito
che ''uomini in tenuta militare'' sono penetrati nella hall del campus universitario
poco prima della mezzanotte, e hanno ordinato agli studenti di uscire dalle loro camere
e di presentarsi con il loro nome. Molte delle vittime - ha riferito la stessa fonte
- hanno ferite da arma da fuoco, mentre altre sono state colpite con coltelli. Tra
le persone massacrate si contano sia cristiani, sia musulmani. A lasciare sbigottiti
gli inquirenti e' in particolare l'alto numero delle vittime: gli investigatori non
si spiegano infatti come una disputa interna all'ateneo, seppur politica, possa avere
portato a una strage di questo tipo. I sospetti nei confronti della setta islamica
non vengono dunque completamente esclusi. E ieri sera le autorita' hanno deciso un
coprifuoco a tempo indeterminato in tutta la citta' di Mubi. D'altronde lo Stato di
Adamawa e' posto geograficamente a meta' strada tra le regioni settentrionali del
Paese - a maggioranza musulmana - e il sud, cristiano e animista. Si tratta insomma
di una sorta di Stato 'cuscinetto', dove si incontrano le due facce della Nigeria
e dove sono sempre piu' frequenti gli attacchi dei fondamentalisti islamici. Nei blitz
sanguinosi condotti dal 2010 in poi dalla setta dei Boko Haram, secondo Human Right
Watch, sono morte piu' di 1.400 persone. (R.P.)