2012-10-03 19:17:34

Al via Convegno internazionale sul Concilio. Il Papa: lodevole iniziativa su evento sempre vivo


Si è svolto nei giorni scorsi in Vaticano, il Convegno Internazionale di Studi sul tema: “Il Concilio Ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei Padri Conciliari”, nel 50.mo dall’apertura della grande assise ecclesiale. Una due giorni promossa dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in collaborazione con l’Università Lateranense che è stata salutata da un messaggio del Papa a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, in cui Benedetto XVI esprime “paterna vicinanza e compiacimento per la lodevole iniziativa”. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

“La testimonianza e le memorie dei Padri Conciliari e di quanti furono diretti protagonisti dell’assise contribuiscono a mantenere vivo davanti ai nostri occhi l’affresco di quell’evento che tanto ha significato per la vita della Chiesa”. Così, il Papa in un messaggio inviato per l’apertura del Convegno internazionale in Vaticano che si propone di ripercorrere appunto i passi salienti del Concilio Vaticano II, utilizzando criteri prettamente storici e scevri da ogni ideologia. L’obiettivo è quello di promuovere ancora una volta lo studio e la comprensione di quell’avvenimento che ha portato la Chiesa ad un provvidenziale "balzo in avanti", come ha spiegato il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano:

"Bisogna rileggerlo considerando la grande ispirazione che Giovanni XXIII ebbe: quella di far fare un balzo innanzi alla Chiesa, come egli stesso dice, e all’interno di questo evento leggere tutti i documenti conciliari in unità, soprattutto le quattro grandi Costituzioni. Allora, la Chiesa emerge come un soggetto che è generato dalla Trinità, fondato su Cristo Gesù, che è come un’ellisse, che possiede due fuochi: un fuoco che La rivolge sempre al suo Signore ed un altro alla Salvezza degli uomini. Credo comunque che la Chiesa stia facendo questo cammino nel nostro tempo, che è anche cammino di assimilazione, di recezione del Concilio. Dopo tutti i grandi Concili, sono stati necessari molti decenni prima che questa assimilazione venisse fatta. Quindi, sono comprensibili tutte le fatiche che sono nate nel post-Concilio. Tuttavia, a me sembra che questa recezione sia progressivamente in atto".

Nella sua prolusione in apertura dei lavori il cardinale Scola si è soffermato su tre punti salienti: il soggetto del Concilio che è la Chiesa stessa per mostrare la continuità del suo cammino all’interno della grande riforma che l’Assemblea ha rappresentato; l’indissolubile unità tra l’evento del Concilio e i documenti conciliari; infine l’interpretazione della sua indole pastorale, spunto imprescindibile del compito missionario della Chiesa e anche dell’imminente Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione. Ancora il cardinale Scola:

"L’indole pastorale, secondo me - per come l’aveva posta Giovanni XXIII – è, appunto, il carattere, la destinazione salvifica della Chiesa, cioè: la Chiesa altro non è se non il Sacramento della presenza di Gesù, che viene incontro all’uomo per salvarlo e per redimerlo. La pastorale è questo, non è tanto l’invenzione di pratiche, di tecniche. Questo deve essere testimoniato da ogni cristiano personalmente e comunitariamente, in tutti gli ambienti dell’umana esistenza".

Dunque, "ripartire dagli archivi", riprendere in mano le fonti, diari, appunti, memorie private di non facile reperibilità, visto anche l’altissimo numero di vescovi impegnati 50 anni fa, nei territori di missione per capire come i Padri conciliari hanno reagito di fronte all’Assemblea per antonomasia che dopo mezzo secolo rilancia la sfida di allora: attualizzare quei principi nel contesto culturale, farli recepire dai cristiani e dall’intera società civile. L'arcivescovo di Milano:

"Quello che il Santo Padre, Benedetto XVI - prima di lui Giovanni Paolo II e anche Paolo VI – hanno, appunto, cominciato a chiamare la “Nuova Evangelizzazione”. Soprattutto nei 'mondi' come l’Europa, che sono stati evangelizzati molti secoli fa, noi notiamo un affaticamento, una stanchezza. Talora è un pregiudizio, per cui molti pensano di sapere cos’è il cristianesimo, senza più viverlo. Allora, è molto necessario in questo contesto che la Chiesa si esprima attraverso comunità vitali - dentro le parrocchie, dentro le diocesi, dentro le associazioni e i movimenti – nelle quali si fa l’esperienza di come Gesù va all’incontro dell’uomo e rivela all’uomo la grande vicinanza di Dio; a tutti gli uomini. Questo è tanto più importante in una società plurale come la nostra".

Ultimo aggiornamento: 15 novembre







All the contents on this site are copyrighted ©.