Kenya: forse gli shabaab somali dietro l'attacco alla chiesa di Nairobi
Il Kenya al centro delle preoccupazioni internazionali, dopo l’attentato dinamitardo
di ieri contro una chiesa anglicana di Nairobi, costato la vita a un bambino. Gravemente
feriti anche un’altra decina di minori. Dietro l’atto terroristico, probabilmente
i fondamentalisti somali al Shabaab, che avrebbero voluto così rispondere all’alleanza
tra esercito somalo e kenyano, i cui attacchi hanno costretto i miliziani a lasciare
la roccaforte di Chisimaio, in Somalia. Sulle motivazioni dell’attacco, Giancarlo
La Vella ha sentito Enrico Casale, esperto di Africa della rivista dei
gesuiti, “Popoli”:
R. – Moltissimi
hanno interpretato questo attentato come une vendetta da parte delle frange musulmane
più estreme per la conquista, da parte delle truppe keniane, di Chisimaio che era
l’ultima roccaforte in Somalia del movimento Al Shabaab.
D. – Un atto sicuramente
di estrema forza, ma anche di debolezza, visto in questa chiave?
R. – Certo:
è una reazione molto violenta. Gli Shabaab probabilmente, nel prossimo futuro, non
scompariranno. Sicuramente hanno perso molto consenso per il fatto di essere molto
rigidi dal punto di vista ideologico, ma, probabilmente, continueranno ad essere operativi
con attentati di questo tipo sia in Somalia sia nei Paesi vicini, come per esempio
il Kenya.
D. – Quale significato strategico ha la perdita della roccaforte
di Chisimaio da parte degli Shabaab, presunti autori di questo episodio?
R.
– Credo che la conquista di Chisimaio sia importante perché con questa città non cade
solamente l’ultima roccaforte degli Shabaab in Somalia, ma questo gruppo fondamentalista
perde anche la sua più grande fonte di guadagno. Infatti, non solo gli Shabaab gestivano
il porto di Chisimaio, che è molto importante per la Somalia, ma, attraverso il porto,
controllavano anche tutto il commercio del carbone prodotto nell’entroterra. Quindi,
questo ha indebolito ulteriormente gli Shabaab, che sicuramente continueranno a combattere;
speriamo che questi attentati siano sempre meno e quindi anche gli Shabaab perdano
gradualmente consenso, come del resto già sta avvenendo.