2012-10-01 15:51:49

Afghanistan: numerosi attentati di matrice talebana


Tensione altissima in Afghanistan, dove prosegue l’ondata di attentati di matrice talebana. Ieri almeno 20 persone hanno perso la vita in un attacco kamikaze nella provincia di Kost; tra le vittime anche 3 soldati americani ed un interprete. Per un commento sulla questione, Massimiliano Menichetti ha intervistato Luca La Bella, responsabile per l’Asia del Cesvi:RealAudioMP3

R. - Più ci si avvicina con il confine con il Pakistan - l’ultimo caso è proprio questo della provincia di Khost - più l’insorgenza è attiva e forte. Questo perché il retroterra logistico, il rifugio sicuro di tutti i gruppi che compongono l’insurrezione in Afghanistan, è il Pakistan, in particolar modo le aree tribali pakistane adiacenti all’Est afghano, e l’enorme provincia del Balochistan, contigua a Helmand, a Kandahar, la culla dell’insurrezione talebana; i cervelli dell’insurrezione si nascondono in Pakistan. L’episodio di Khost è chiaramente legato alla rete Haqquani, che ha sotto controllo Khost, Paktia e Paktika, le tre provincie contigue che compongono la Loya Paktia in Afghanistan. Gli Haqqani sono, tra l’altro, gli insorti più pericolosi che già da tempo gli Stati Uniti hanno identificato come la principale minaccia alle loro truppe, alle truppe Nato e ai soldati afghani.

D. - Il Pakistan è comunque "vicino" all’Occidente. Come è possibile che permanga questa situazione?

R. – Perché ogni minuto della vita del Pakistan è interamente assorbito dalla rivalità che questo Stato ha con il suo vicino indiano. Essendo l’India un Paese che sovrasta il Pakistan soprattutto dal punto di vista militare, questo cerca di fare qualunque cosa per bilanciare questo dilemma di sicurezza che ha nei confronti dell’India. E quello che fa storicamente, è supportare tutta una serie di milizie islamiche fondamentaliste, che sono considerate alleati naturali contro l’India, ma che sono anche, in un certo qual modo, fuggite loro di mano, cioè seguono le loro proprie agende. D’altro canto, per quanto riguarda l’Afghanistan, il Pakistan vuole assicurarsi quel confine; vuole un potere debole o comunque asservito a Kabul, ai propri interessi, in modo che si possa concentrare sul confine orientale con l’India, e stare tranquilli che il confine afghano rimanga stabilizzato.

D. - In questo scenario, anche gli scontri tra le forze di polizia afghane e le forze dell’Isaf: alcuni dicono per fraintendimento. È solo questo?

R. - Sicuramente un affronto, anche involontario, da parte di un soldato occidentale può portare ad epiloghi molto tragici. Credo però che il fenomeno dei Green on Blue, cioè degli omicidi da parte di persone che militano nelle forze di sicurezza afghane nei confronti delle forze Isaf, è in larga parte ascrivibile all’insurrezione, sia direttamente - cioè è il risultato di un piano di infiltrazione messo in atto proprio negli anni in cui noi spingevamo sull’acceleratore e facevamo ingrossare le fila delle reclute dell’Ana e dell’Anp - sia anche al fatto che l’insurrezione può fare pressioni indirette sulle migliaia di giovani che militano tra le forze di sicurezza afghane.

D. - Difficile comprendere l’Afghanistan a partire solo dal 2001. Qual è il volto del Paese?

R. - Gli insorti sono quasi sempre pashtun. I pashtun sono il 42 per cento del Paese, per cui c’è sempre l’altro 58 per cento che per ragioni etniche o confessionali non si metterà mai con l’insurrezione. Io credo che la nostra permanenza di 11 anni in Afghanistan non abbia fatto altro che tenere in sospeso fazioni la cui lotta, la cui guerra civile, è stata interrotta da noi nel 2001. E nel momento in cui ce ne andremo, ritorneranno a combattersi per ridare inizio alla guerra civile. Una fase della guerra civile che però è stata aiutata dal fatto che l’Occidente, in questi 11 anni, ha riempito il Paese di armi, armando ex novo l’esercito afghano, il quale in futuro potrà - ancora una volta - scomporsi in quelle linee etniche, in quelle milizie, in quelle fazioni che hanno caratterizzato la guerra civile afghana degli anni ‘90.

Ultimo aggiornamento: 2 ottobre







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