Tagikistan: la Chiesa festeggia il 15.mo anniversario della missione nel territorio
Si celebrano in questi giorni i festeggiamenti per il 15.mo anniversario della missione
Sui iuris, che ha portato alla nascita del cattolicesimo in Tagikistan. Dopo
il periodo del comunismo e della guerra civile dei primi anni Novanta, il Beato Giovanni
Paolo II, nel 1997, proclamò la missione Sui iuris nel Paese per dare maggiore
attenzione ai fedeli cattolici presenti sul territorio. “La missione fu assegnata
all’Istituto del Verbo incarnato" (Ive), racconta all’agenzia AsiaNews padre Carlos
Avila, missionario dell’Istituto e superiore della missione. "Oggi nel Paese esistono
tre parrocchie e lavorano quattro sacerdoti dell’Ive, tre religiose dell’Istituto
del Signore e della Vergine di Matara e quattro suore di Madre Teresa di Calcutta.
In questi anni, Dio ci ha benedetto con alcune vocazioni di giovani Tagiki”. La Chiesa
cattolica nel Paese esiste da circa 40 anni: i primi fedeli furono per la maggior
parte tedeschi provenienti dalla Russia, deportati nel Paese nel periodo dell’Unione
Sovietica. Nonostante l’isolamento del periodo comunista, “i cattolici – prosegue
padre Avile – crescono e diventano una delle più importanti e numerose comunità dell’Unione
Sovietica. Con la guerra civile del ’92-’93 gran parte dei cattolici fugge dal Paese
e le chiese, per diversi anni rimangono vuote e senza sacerdoti”. Fu grazie all’impegno
dei pochi fedeli rimasti in Tagikistan e al sostegno delle Missionarie di Madre Teresa
di Calcutta che la comunità non scomparve, fino al rilancio nel 1997 ad opera di Giovanni
Paolo II. (L.P.)