Ccee. Il cardinale Ouellet: nell'Europa in crisi è più fragile l'immagine dell'uomo
Prosegue nella cittadina svizzera di San Gallo la plenaria del Consiglio delle Conferenze
episcopali d’Europa. Domani, la conclusione dei lavori. Al centro dell’appuntamento
una vasta gamma di argomenti: dalla crisi economica alla nuova evangelizzazione, dalle
questioni etiche alle riflessioni sul 50.mo anniversario del Concilio Vaticano II.
Cosa sta emergendo? Il nostro inviato Mario Galgano lo ha chiesto al cardinale
Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia
Commissione per l'America Latina, presente a San Gallo:
R. – C’è una
missione e c’è una consapevolezza che dev’essere mantenuta. La Chiesa cerca di aiutare
anche i politici, anche chi prende le decisioni sul futuro economico... Cerca di aiutare
dalla sua prospettiva di fede, di sostenere lo sforzo per il bene comune e per la
missione universale dell’Europa.
D. – C’è un’emergenza educativa in Europa?
R.
- Sì, c’è un’emergenza educativa quando si perde il senso della famiglia: quando ci
sono tutti questi dibattiti etici sulla natura del matrimonio, allora ci si chiede
come i genitori e non solo loro, ma anche la scuola, come possano trasmettere l’eredità
cristiana alle nuove generazioni. Questa è una preoccupazione profonda, perché sotto
la crisi economico-finanziaria c’è una crisi dell’uomo, della visione dell’uomo, come
ho potuto accennare anche qui e come abbiamo discusso in assemblea. La Chiesa, dunque,
cerca di richiamare l’attenzione sulla posta in gioco che è veramente l’immagine dell’uomo
stesso, creato ad immagine di Dio, che è la base dell’educazione cristiana. Se questo
si perde, non avremo più modelli e questo porta a conseguenze gravi come la mancanza
di ideali, di riferimenti, di modelli di persone nella gioventù. E’ una preoccupazione
grande. L’Europa è un luogo di grande lotta sull’uomo, sull’antropologia, in questo
momento. Si spera che l’antropologia cristiana, che è stata sviluppata nel contesto
europeo, sarà conservata, in questa lotta, soprattutto per quanto riguarda le questioni
etiche. Così, gli altri continenti potranno continuare a ricevere dall’Europa quello
che hanno sempre ricevuto.