Oggi la beatificazione di padre Allegra. Tradusse la prima Bibbia per la comunità
cattolica cinese
Beatificazione questa mattina nella cattedrale di Acireale padre Gabriele Maria Allegra,
sacerdote, francescano, biblista, morto nel 1976 e noto per aver tradotto per primo
per la comunità cattolica cinese la Bibbia. Si ispira all’opera di quest’uomo di Dio
l’organizzazione no profit TherAsia onlus che recentemente ha stampato la prima edizione
della storia del Concilio Vaticano II in cinese semplificato. Alla presidente, la
sinologa Monica Romano, appena rientrata dalla Cina, Paolo Ondarza ha
chiesto un ricordo di padre Allegra:
Padre Allegra
ha tradotto per la prima volta la Bibbia per la chiesa cattolica, traducendola dai
testi originali. Infatti, quando ha iniziato il lavoro di traduzione – negli anni
’30 del secolo scorso, come missionario in Cina – i cattolici cinesi non possedevano
una versione integrale della Bibbia, a differenza delle altre confessioni cristiane.
Tra l’altro le traduzioni cattoliche del Nuovo Testamento si basavano in larga parte
su antiche versioni latine (come la Vulgata) o altre lingue, non sul greco. Padre
Allegra si cimenta in quella che egli stesso chiama “l’opera della mia vita” e come
lui stesso afferma “per dare Cristo alla Cina e la Cina a Cristo”. Si è reso conto
di fare un lavoro che richiedeva la collaborazione dei cinesi, quindi dopo aver iniziato
da solo questa impresa, successivamente ha fondato lo “Studium Biblicum Franciscanum”,
proprio per coinvolgere i confratelli cinesi nel lavoro di traduzione. E’ una traduzione
caratterizzata da assoluto rigore e fedeltà ai testi originali e allo stesso tempo
è una traduzione che utilizza la lingua parlata, una lingua semplice ma elegante.
I fedeli amano questa traduzione che ha anche acquisito nel corso del tempo una certa
autorevolezza.
D. – E’ la traduzione usata oggi dai Chiesa Cattolica in Cina?
R.
– Vi sono anche altre traduzioni, ma quella di Padre Allegra è la più diffusa tra
i cattolici e la più autorevole. D. – Tradurre la Bibbia in cinese non significa
esclusivamente effettuare una traduzione linguistica, ma anche semantica: trasporre
in un linguaggio appartenente ad una cultura lontana simboli ed immagini, propri della
tradizione giudaico-cristiana. Una vera e propria sfida che padre Allegra seppe cogliere… R.
– Padre Allegra ha raccolto questa sfida, ma ha anche raccolto l’eredità importante
che i missionari, nei secoli passati, avevano lasciato. C’è stato infatti tutto un
lavoro di riflessione e sviluppo di una terminologia cristiana effettuato per primi
dai gesuiti – ricordiamo padre Matteo Ricci – e padre Allegra fa sua questa riflessione
e la utilizza poi per sviluppare un vocabolario biblico. Si può ricordare la disputa
sorta attorno all’uso del termine per indicare Dio o lo Spirito Santo. C’era stato
un dibattito nella Chiesa Cattolica e anche tra le varie confessioni cristiane se
fosse appropriato utilizzare una terminologia locale riprendendola dalla religiosità
locale cinese, o al contrario coniare dei nuovi termini. La riflessione in seno alla
Chiesa Cattolica è stata lunga, ma determinante per il lavoro di traduzione di padre
Allegra e l'inculturazione del Vangelo in Cina. D. – Come organizzazione TherAsia
onlus recentemente avete stampato una breve storia del Concilio Vaticano II in cinese
semplificato, una stampa che non era mai stata eseguita prima. Poi avete ristampato
alcuni documenti del Concilio Vaticano II, nel cinquantesimo anniversario di questo
importante evento ecclesiale… R. – Sì, la chiesa cinese si sta già preparando da
diversi mesi a celebrare questo anniversario del Concilio. Il Concilio è penetrato
in Cina più tardi, pertanto i principi e gli insegnamenti dei padri conciliari richiedono
ancora di essere pienamente conosciuti e compresi dai cinesi. Per questo motivo la
Ong caritativa cattolica cinese - Jinde Charities– ha richiesto a TherAsia onlus di
supportare questa iniziativa e noi ben volentieri abbiamo accolto questo invito. Sulla
base di questi documenti che sono stati poi stampati, hanno organizzato una serie
di corsi di formazione che hanno visto una grande partecipazione da parte dei cattolici:
uno di questi corsi di formazione si è svolto nel mese di maggio, vi hanno partecipato
circa un centinaio di persone, tra vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, provenienti
da circa 30 diocesi della Cina. C’è veramente un crescente interesse da parte dei
fedeli cinesi nell’apprendere sempre di più e sempre meglio gli insegnamenti del Concilio
Vaticano II. Ultimo aggiornamento: 29 settembre 2012