2012-09-28 14:55:14

Nei cinema italiani, "Reality", l'ultimo film di Matteo Garrone


E' uscito venerdì nelle sale italiane “Reality”, l’ultimo film di Matteo Garrone, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes. Dopo il drammatico “Gomorra”, una diversa storia italiana, raccontata attraverso le ossessioni e le ingenuità di un aspirante partecipante al Grande Fratello. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Il mondo di "Reality", in cui Matteo Garrone ambienta le tragicomiche avventure di Luciano, pur essendo fiabesco, in fondo fa paura. Il protagonista, interpretato generosamente da Aniello Arena, condannato all’ergastolo e impegnato da anni nel campo della recitazione, è un pescivendolo napoletano che rimane lui questa volta impigliato nell’ossessione televisiva per il Grande Fratello, dopo aver partecipato a un provino spinto dai parenti. Il modello dell’Italia cui aspira è davvero inquietante, la finzione si sostituisce alla realtà. Il regista romano a questo proposito precisa:

R. – La storia che ho raccontato, è una storia che è accaduta realmente e quindi questo è un punto di partenza. Però ci terrei a far notare che noi tutti viviamo in una società di consumi. In qualche modo noi tutti siamo vittime di seduzioni, di paradisi artificiali. Ora dipende chiaramente dai modelli che si hanno. Nel nostro caso, Luciano ha questo modello di poter entrare nel mondo dello spettacolo e cambiare il proprio destino e quello dei propri familiari. Poi lui, in qualche modo, si ritrova coinvolto dentro un meccanismo. Non lo sento come un personaggio così lontano da me sinceramente... Anche io sono fragile, sono vittima di mille seduzioni. Per questo non me la sento di fare discorsi moralisti e dire: “Guardate questo personaggio, guardate come siamo ridotti!”. Io sono parte di questo meccanismo, sono parte di questa società e sono umanamente vicino a questo personaggio. Quindi con questo spirito ho seguito le avventure standogli accanto, senza mai mettermi al di sopra e giudicare.

D. - Che cosa rappresenta per Luciano e per molti la televisione?

R. - Per molti, il fatto di riuscire ad entrare dentro la televisione, non è solo un fatto narcisistico, è anche una certificazione della tua esistenza, cioè quello che accade in televisione, molto spesso è più vero di quello che vivi tu nella vita di tutti i giorni. Quindi poter entrare dentro la televisione, significa esistere. Di conseguenza, diventa un problema non solo narcisistico ma esistenziale e questo riguarda tutta la seconda parte del film, in cui Luciano sprofonda dentro questa ossessione.







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