Napolitano-Severino: necessarie modifiche alla diffamazione a mezzo stampa
Dopo il caso Sallusti, il presidente Napolitano e il ministro della Giustizia Severino
hanno convenuto sull’esigenza di modifiche in materia di diffamazione a mezzo stampa.
Intanto Sallusti, ieri condannato a 14 mesi dalla Cassazione, e' stato rinviato a
giudizio per diffamazione quando era direttore di Libero nei confronti di un magistrato.
Alessandro Guarasci ha sentito il parere di Ruben Razzante, professore
di diritto di informazione alla Cattolica:
R. - Sallusti
viene condannato in nome di norme che sono medioevali, vetuste prodotte in epoca fascista,
che perseguono in modo spropositato la punizione dei reati d’opinione. Però, detto
questo, bisogna che i giornalisti riflettano anche sui loro doveri. Quando qualcuno
dei cittadini italiani rimane vittima del tritacarne mediatico, vorrei che ci fosse
la stessa indignazione da parte della categoria dei giornalisti.
D. - Basterebbe,
a questo punto, depenalizzare il reato e forse rafforzare le sanzioni amministrative
..
R. - Rimane il fatto che il reato di omesso controllo, non può esser cancellato.
È evidente che nella complessità della macchina editoriale, non ha più senso mantenere
questo istituto dell’omesso controllo riferibile solo ad una figura, quindi solo al
direttore responsabile che dovrebbe materialmente rivedere 50-60 pagine tutti i giorni.
Una soluzione potrebbe essere probabilmente un ufficio di direzione che possa
sovraintendere al controllo dei contenuti dell’informazione affinché non siano contrari
alla dignità umana e non violino i diritti delle persone.