mons. Beniamino Depalma, arcivescovo di Nola, sacerdote della Missione di San Vincenzo La povertà
oggi è cambiata, ci sono ancora zone dell’antica povertà ma ci sono povertà nuove.
Credo che Vincenzo de’ Paoli oggi parlerebbe lo stesso linguaggio di una volta. Dalla
crisi si esce con la solidarietà. Bisogna costruire la speranza, costruirla in modo
affettivo ed effettivo. Oggi, Vincenzo de' Paoli griderebbe ancora una volta contro
l’egoismo, contro le chiusure dei ricchi e direbbe a tutti il segreto per uscire dalla
povertà: guardare gli altri con il cuore e con gli occhi. Oggi, le istituzioni
devono pensare meno a se stesse. Basti vedere quello che sta succedendo. C’è chi vive
approfittando della povertà. Le istituzioni devono preoccuparsi realmente e concretamente
dei bisogni della gente. Devono realmente condividere la sofferenza, il pianto le
lacrime, i tanti interrogativi del popolo. Certamente, oggi la più grande povertà
- direbbe Paolo VI e anche Benedetto XVI - è la povertà di pensiero: se si pensasse
di più alla vocazione umana, al senso vero della politica che è un servizio alla cosa
pubblica, al bene comune, certi scempi non sarebbero sotto i nostri occhi. Nella
festa liturgica di San Vincenzo de Paoli, il Santo dei poveri, una riflessione sulla
povertà di ieri e quella di oggi. (a cura diLuca Collodi)